In silenzio pare trascinarsi stanca sui sassi,
è l'inconsolabile luna
che s’affaccia ogni sera nella cupola,
mentre con fugaci dardi,
il vento spia gli inquieti amanti,
nascosti come fantasmi,
essi fremono incessanti dietro un portone.
È l’inverno tra i rami
che fa dimenticare anche i nomi,
i pochi tra gli uomini celebrati nei portici.
Eppure non basta più il cervello
a sfamare ormai la fame,
chi vaga tra le ombre e non ha da bramare,
nulla perde se non la sua voce,
quando lascia andare le emozioni al freddo,
innanzi a Dei che siedono sul cemento.
Così è l’Italia tra i Paesi
che alza le sue mura pur nutrendosi di desideri,
per l’idea di una miseria debole,
sta sotto il calcagno il diritto al lavoro,
mentre briciole di pane alcuno distribuisce,
mostrandosi della strada amica,
per indurre le molte cicale,
a cercare in fondo al tunnel un po’ di luce.
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