“Perché piangi?” mi chiese la coscienza.
“Non so”, io le risposi francamente,
quel volto m’è già entrato nella mente
e scava e non riesco a stare senza”.
“Vai sempre in fretta senza aver prudenza”,
rispose la coscienza mia paziente,
“sempre impulsivo come uno studente
vedo che a te mai serve l’esperienza”.
“Coscienza mia lo sai che mi commuovo”
(ma era il cuore che parlava adesso)
“se una persona sofferente trovo
e lo sai bene: sempre io son lo stesso
dentro il mio petto una passione provo
perché d’amore vivo e in cuor l’ho impresso”.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 26/11.2020 – 14,57)
- Sonetto
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