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La principessa sordomuta

di Lorena Turri
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Pubblicato il 12/02/2008

( Libero adattamento a quattro mani tratto da una novella orientale dal titolo omonimo)


NARRATORE: C’era una volta un re che aveva due figli: un maschio, Igor, e una femmina, Chiaraluna. Chiaraluna era così bella, ma così bella, che la fama della sua bellezza si era sparsa anche nei regni vicini.
Purtroppo la Principessina era stata colpita da una grave disgrazia: per un misterioso e terribile maleficio non era più in grado di parlare né di sentire. Il Re suo padre, per anni aveva sperato che ricominciasse a parlare; l’aveva fatta visitare da tutti i medici più illustri e facoltosi, aveva condotto a corte maghi e fattucchiere di grande fama nella speranza che, dove non era riuscita la scienza, potessero riuscire le stregonerie.
(entrano in scena il Re, Chiaraluna, i dottori)

RE: (rivolgendosi ai dottori) Signori, miei, vi supplico, vi prego, v’imploro, aiutate questo povero padre infelice! Questo vecchio re, che presto dovrà lasciare il suo regno e le sue ricchezze per passare ad altra vita, non ha più avuto la gioia di sentire la sua bambina dire “papà”. Cosa sono, oro, argento, pietre preziose, terre, cavalli, castelli in confronto a questa semplice gioia? Deh! Fate che prima di morire io possa riascoltare la voce di Chiaraluna!

I° DOTTORE: (ausculta la principessa, la visita, poi scuote la testa e allarga le braccia) Desperazionem…parolam non polet proferirem…nullam da farem est! Vi spedirò la fattura, Sire. (dà una pacca consolatoria sulla spalla del re ed esce)

RE: Oh, me infelice! Me disgraziato! Me tapino! (inginocchiato ai piedi di Chiaraluna)

II° DOTTORE: (Dà un’occhiatina veloce alla ragazza) Sursum corda…300 euro senza fattura, altrimenti 500(dice al re sottovoce ed esce)

RE: (Piange) ah!ah! ah!ih!ih!ih!

III° DOTTORE: Veni, vidi vici! Sono venuto, ho preso visione (visita la Principessa) e…vincerò! (continua a visitarla)
Veni, vidi…(scuote la testa) nullam fecit! Per l’onorario vi farò sapere, devo controllare le nuove tariffe! (esce)

RE: Oh, povera la mia bambina!!!
(entra il Mago)

I° MAGO: Animo, Maestà! Sono qua io! Occhio al mago che toglie il malocchio con aglio , prezzemolo e finocchio, un po’ di salvia, timo e rosmarino, alloro, origano e cumino, menta, basilico e cannella e parlerà la Principessa bella!
(Chiaraluna non mostra alcun segno di miglioramento) O mio sire, vi saluta questo mago impotente, vi porterà il conto il mio assistente! (esce mentre il Re è sempre più straziato dal dolore)

II° MAGO: Son finite le vostre lacrime Maestà, eccomi qua! Sono il Mago Salamino che farà parlare questo dolce fiorellino (si prepara )…Sin salamin…né cotechin…zamponcin…prosciuttin…suin suin…un bel panin tu mangerai e la favella ritroverai! (la principessa resta impassibile) Sua maestà, ho fallito, mi dispiace, prego vogliate favorirmi la dovuta mia porcella…emh ... parcella! (esce)

RE: Oh me sempre più infelice!!!…(tra sé) e sempre più povero se si continua così!

FATTUCCHIERA: Maestà…ci sono io…non piangete! E’ arrivata Liù (reca con sé un secchio con spazzolone e strofinaccio) che il pavimento fa brillare sempre più!

RE: Ma non ho bisogno di pulire il pavimento!!! Non vedete il mio dolore? Non vedete questa fanciulla che non riesce a parlare?

FATTUCCHIERA: Calmatevi…Liù, prima lucida i pavimenti e poi fa parlare le principesse…una cosa per volta, Sire!
(pulisce per terra e poi con il secchio davanti comincia il suo rito magico) Ciuffi di capelli, grani di polvere, briciole di pane, impronte fangose, zampe di acari e …voilà…la Principessa parlerà! Caccole di topi, tele di ragni, peli di gatti ed altri animali…sani gli orecchi e corde vocali! (Chiaraluna non si scompone) Niente da fare, Maestà, Liù prende il secchio e se ne va e domani il conto vi porterà. (esce)

RE: (abbracciando la figlia sventurata) Ahi lasso! Il mio dolor non si placherà!

NARRATORE: La principessa, crescendo, si faceva ogni giorno più bella ed i suoi occhi erano tanto dolci ed espressivi, così colmi di bontà che tutti l’amavano, pur compiangendola.
Ma un brutto giorno il Re si ammalò gravemente e quando capì che per lui stava ormai giungendo la fine, preoccupandosi per la sorte dell’amata figliola, chiamò il figlio Igor.

RE: Igor, Igor…

IGOR: Sì. padre…

RE: Figlio mio, oramai il tuo povero padre sta morendo…

IGOR: Oh, padre, che dite…

RE: …ma non è la morte che mi stringe il cuore, altro dolor mi strazia…la tua amata sorella…senza la favella…quale destino sarà il suo…A te la raccomando.

IGOR: Padre, si rassereni il vostro nobile animo, Chiaraluna è la pupilla dei miei occhi. Sempre avrò cura di lei. Venite, ora, venite con me che avete bisogno di riposare. (escono)

NARRATORE: Così il Re chiuse per sempre gli occhi tranquillo.
Bisogna ora sapere che il Principe Igor aveva una moglie, Rufilde, tanto perfida quanto Chiaraluna era buona ed era così gelosa della bellezza della Principessa che chissà cosa avrebbe fatto per levarsela di torno. Cominciò a meditare il modo per farla cadere in disgrazia agli occhi del fratello e non ci dormiva la notte assillata com'era da questo infame desiderio.
(entra Rufilde)

RUFILDE: Ah, quella perfida di Chiaraluna, vipera che non è altro, che mi ha rubato tutte le attenzioni di mio marito!

PAPPAGALLO: Vipera sarai tu, tu, tu, tu, tu….occupato…

RUFILDE: Ma cosa si crede! Con quei suoi occhi incanta tutti…ah, ma non incanta certo me! Lo troverò.Troverò il modo di metterla in cattiva luce!

PAPPAGALLO: Spegni quella cattiva luce…luce..luce…luce

RUFILDE: Vediamo…mmhh…cosa potrei fare….???

PAPPAGALLO: Vai a morì ammazzata…zata…zata..zata…

RUFILDE: Ecco!!! TU, proprio tu, stupido pennuto balbuziente, leccapiedi di Igor…tu, farai quella fine!Ahahah!!!

PAPPAGALLO: Senza fine…fine…fine… FINE???

RUFILDE: Sì, ucciderò questo uccellaccio! Igor ne sarà molto addolorato! E poi ne darò la colpa a Chiaraluna…e Igor smetterà di adorarla!
(si gira verso il pappagallo brandendo un coltellaccio)

PAPPAGALLO: Aiuto, aiuto….stasera finisco allo spiedo!!! (Scappa inseguito da Rufilde) Mammaaa!!!
(entra Igor)

IGOR: Rufilde!
(torna Rufilde)

IGOR: Dov'è Cocorito?

RUFILDE: Oh, caro, caro il mio Igor! Che cosa triste devo annunciarti, proprio io che ti amo tanto e che vorrei vederti sempre sereno e felice! Un doppio dolore! Dolore perché il tuo Cocorito è morto assassinato e dolore perché chi l’ha ucciso è tua sorella Chiaraluna…

IGOR: Ah…disgraziata!…Ma…come è possibile? Chiaraluna è così dolce, così buona, così…non posso crederci!

RUFILDE: Rassegnati, non infierire contro di lei. La poverina, infelice e disperata, l’ha ucciso per invidia: Cocorito parlava…lei no!

IGOR: Oh, povera sorella mia! Quanta infelicità deve esserci nel fondo del suo povero cuore…Vado a seppellire Cocorito! (esce)

RUFILDE: Accidenti! Non ha funzionato! Dovrò escogitare qualcos’altro! (pensa) …Ho trovato!!! (si sdraia sul divano e si lamenta) Ohi, ohi, ohi, che dolore! Ohi!
(Entra Chiaraluna, vede la cognata che si strazia, esce di nuovo e torna con una tazza, la fa bere, la accarezza. Intanto Rufilde urla sempre più forte. Entra Igor)

IGOR: Ma che succede…perchè ti strazi in codesto modo?

RUFILDE: Mi sono sentita mancare e quella vipera…è accorsa facendomi bere da questa tazza fingendo di volermi curare...è certamente veleno…ho dei crampi tremendi…Tua sorella con quella faccia da santarellina ci ha sempre ingannati, è capace di tutto. Prima ha ucciso Cocorito ed ora vuole uccidere me! E’ pazza, ti odia! Tu devi decidere, non si può andare avanti così. Non c’è posto in questa casa per tutti e due! O via lei o via io! (Igor la prende e l’accompagna fuori)

IGOR: Su, vieni…ci penserò…

NARRATORE: Così un giorno il Principe Igor montò a cavallo, prese la sorella sulla sella e galoppò verso la montagna. Quando furono giunti in un bosco che sembrava non avesse fine, scesero da cavallo e la fanciulla, felice di sentirsi libera, lontana dalla cognata cattiva, cominciò a correre qua e là cogliendo fiori e bacche. E corse, corse e corse allontanandosi dal fratello e dal cavallo rimasti in una piccola radura. Quando si accorse che stava allontanandosi troppo ritornò alla radura, ma non vi trovò più nessuno. Davanti a lei stava il bosco con i suoi alberi fitti fitti e, attorno, una grande solitudine. Girovagò, poi sfinita si gettò sull’erba. Ben presto sarebbe scesa la notte e lei si sarebbe trovata lì, sola nel buio del bosco: si mise a piangere e a pregare il suo Dio perché la proteggesse. Ma era tanto spossata e stanca che, senza accorgersene, cadde in un sonno profondo.
Venne il lupo!

LUPO: Uh..Uh… che buon bocconcino sarebbe per me! Slurp..slurp…Questa è anche meglio dei tre porcellini…Arislurp..slurp…Ora me la mangio!( fa per avvicinarsi ma poi si ferma) Accidenti! Il mago dottore della foresta me l’ha proibito! E’ per via del diabete…le principesse troppo dolci mi fanno venire il diabete! Che sfortuna…dovrò accontentarmi di quella vecchia rimbambita della nonna di Cappuccetto Rosso!…(esce con la coda fra le gambe)

NARRATORE: E venne l’orso!

ORSO: Ugh…Ugh… Ugh… che vedono i miei occhi…una buona fanciulla, saporita e tenera…carne bianca…una bella pollastrella…proprio come mi ha ordinato il mago dottore della foresta per il colesterolo! Ora la mangio! (Fa per avvicinarsi ma si ferma) Accidenti! Dimenticavo che mi ha proibito di mangiare pollame di derivazione sconosciuta…per via di una malattia…come si chiama?...boh…non importa...meglio che la lasci lì! Peccato...una simile squisitezza non mi capiterà più…( esce mesto).

NARRATORE: Scampata così la notte, giunse il mattino. Un raggio di sole che filtrò tra i rami degli alberi fece destare Chiaraluna. Lì per lì non capi bene dove si trovasse ma, quando si accorse di non essere nel suo confortevole letto, si ricordò del giorno prima e di quanto era successo e cominciò a temere per la sua sorte. S’incamminò cercando una via di salvezza. Ad un certo punto vide un cervo avvicinarsi…

CERVO: Beeella , principeeessa, vuoi veenire con mee?

NARRATORE: Chiaraluna si meravigliò! Aveva udito le parole dell’animale! Lei poteva sentire solo la voce degli animali! Ma ancor più si meravigliò quando si rese conto di poter sentire anche la propria voce che rispondeva…

CHIARALUNA: Volentieri, caro cervo!

CERVO: Allora, seeeguimi!

CHIARALUNA: (a voce alta) Ma io sento! Io parlo! E’ un miracolo o un sogno?

NARRATORE: Cammina, cammina giunsero davanti ad un grande castello. Entrarono. E mentre la Principessa continuava a guardarsi intorno stupefatta, vide venirle incontro un bellissimo giovane che s’inchinò a lei, le prese la mano e le disse:

OLAF: Chiaraluna, finalmente! E’ tanto tempo che ti aspetto! Io sono Olaf. Solo tu mancavi per dar la luce al mio palazzo che è il più bello di tutto il reame! ( La sbircia da cima a fondo emettendo un fischio di ammirazione) Aveva ragione il mago della foresta: non c’è altra fanciulla più bella di te! Per questo stanotte ha tenuto a bada lupi ed orsi, perché tu fossi salva e diventassi mia sposa! Per questo ti ha ridonato udito e parola!

CHIARALUNA: Oh…mio signore…sono..sono…sono…SENZA PAROLE!

OLAF: Di nuovo…non facciamo scherzi...eh???!!!
(entra il mago)

MAGO: Oh, eccoli i piccioncini! Belli! Sono venuto a darvi la mia benedizione! E ad augurarvi figli maschi. E come dono di nozze accettate queste due stelle d’oro. Ci giocheranno i vostri marmocchi. E finché le terrete con voi la felicità e la salute regneranno in questa casa! (esce)

NARRATORE: Come furono belle le nozze! Per tre giorni e tre notti il palazzo echeggiò di canti e suoni. Corsero fiumi di vino e di panna e gli spiedi d’oro delle cucine reali girarono ininterottamente.
(entra la servitù indaffarata)

I° CAMERIERA: Cielo! E’ già quest’ora e ancora non è pronta la torta nuziale!

II° CAMERIERA: Poveri noi!

CUOCO: Presto…tutti in fila…: Pan di Spagna (gli altri ripetono a voce alta l’ingrediente richiesto dal cuoco, e, a catena, glielo porgono)…Uova – zucchero – crema – marmellata – cioccolata – profiteroles – scala (ci sale sopra) siringa piena di panna …….ecco fatto…ancora un ricciolino….CILIEGIA! (pone la ciliegina sulla torta e poi la trasportano fuori. Entrano gli sposi)

PAGGIO: Il duca e la duchessa di Roccapepata (entrano)

DUCA: I miei auguri, soavi maestà!

DUCHESSA: Vogliate accettare questa impepata che gli abitanti hanno preparato per le vostre maestà!

PAGGIO: Il barone e la baronessa di Pian dei Tontoli!

BARONE: Vi portiamo i voti augurali di tutto il regno di Pian dei Tontoli!

BARONESSA: A Pian dei Tontoli sono tutti rintontiti dalla letizia per questa festa.

PAGGIO: Il marchese e la marchesa di Monte Tremolante!

MARCHESE: Vostre Maestà, gli abitanti di Monte Tremolante vi fanno dono di questo…budino!

MARCHESA: A Monte Tremolante nessuno riesce a stare fermo…dalla gioia!

PAGGIO: Entrino le fate!

I° FATA: Io sono la fata Confettino, il mio regalo di nozze sarà un meraviglioso bambino!

II° FATA: Io sono la fata Caramella, e vi reco una piccola dolce puella!

III° FATA: ( è in ritardo, arriva ansimando) Io sono la fata…(prende fiato)…un poco sbadata…ecco il mio regalo di matrimonio: un’insalata e un pinzimonio!

TUTTI INSIEME: (Brindano) evviva gli sposi! Evviva! (escono)

NARRATORE: Così i due sposi vissero felici e contenti e mai nessuna nube offuscò il cielo della loro felicità
(entra Chiaraluna) Soltanto talvolta, la principessa provava una pena al cuore nel ripensare al suo amato fratello Igor del quale non aveva più avuto notizie. Una sola volta dei mercanti di stoffe erano entrati alla reggia…(entrano i mercanti)

I° MERCANTE: Volere gomberare zignora?

I° MERCANTE: Niende garo, niende garo!

CHIARALUNA: Da dove venite?

I°MERCANTE: Dal regno del Bringibe Igor..

CHIARALUNA: Dite davvero? Il regno del Principe Igor?

II° MERCANTE: Cerdo zignora, lo gonoscede?

CHIARALUNA: Eh, sì…un po’…e ditemi…e del principe che notizie avete?

III°MERCANTE: Oh..Bringibe sdare moldo bene…ma…bovero Bringibe!

CHIARALUNA: Cosa gli è accaduto?

III°MERCANTE: Niende, zignora, ma..zua moglie ezzere una vibera…moldo vibera, moldo velenosa, gaddiva con duddo bobolo!

CHIARALUNA: Cattiva…oh…

I°MERCANTE: Zignora…voi barlare, barlare…ma gnende gomberare!

CHIARALUNA: Ah…scusatemi...sì, certo…vi compro tutto!

II°MERCANTE: DUDDOOO??? Zignora??? Voi sgherzade!

CHIARALUNA: No, ho detto tutto…venite con me (escono)

NARRATORE: E così passarono gli anni. Erano nati due meravigliosi bambini, un maschietto ed una femminuccia e tutto andava per il meglio. Una sera, mentre Chiaraluna stava seduta sul balcone a ricamare, vide avanzare per il viale del parco un uomo a cavallo. Dal suo portamento si capiva che doveva essere un gran signore anche se i suoi abiti erano impolverati. Quando fu più vicino e Chiaraluna poté vederlo in viso, per poco non si lasciò sfuggire un grido di meraviglia; quell’uomo dal viso serio e scarno era proprio suo fratello Igor!

CHIARALUNA: Oh, quel cavaliere è mio fratello! Che voglia di abbracciarlo, dopo tanti anni! Ma...forse..è meglio fingere di non conoscerlo.

IGOR: (scende da cavallo) Signora, sono molto stanco, da molti giorni sono in viaggio, non potrebbe offrirmi ospitalità per questa notte?

CHIARALUNA: Ospitarvi, potrei, per questa notte, ospitarvi potrei di tutto cuore…Venite.

NARRATORE: L’ospite fu ben accolto. Mentre Igor si stava intrattenendo a tavola con il principe Olaf, Chiaraluna andò nella camera dell’ospite, aprì la sua bisaccia e dentro vi pose le due stelle d’oro che il mago le aveva regalato per i suoi bambini. Poi ritornò nella sala come se niente fosse. La mattina seguente…

IGOR: Miei signori, vi sarò eternamente grato per l’accoglienza che mi avete riservato, era tanto tempo che non passavo una serata tranquilla come in una armoniosa famiglia!

OLAF: E’ stato un piacere per noi, principe.
(entrano i bambini)

BAMBINI: (parlano in coro) Mamma! Mamma! Ci hanno rubato le nostre stelle d’oro!

CHIARALUNA: Ma come, cosa dite!? Chi può aver fatto una cosa simile!?

BAMBINI: Vogliamo le nostre stelle!!! (piangono)

CHIARALUNA: Servi!!! Frugate dappertutto e…quando dico dappertutto…voglio dire dappertutto… anche nel bagaglio del Principe nostro ospite!

IGOR: Ma come potete, signora, dubitare di me?

CHIARALUNA: Fidarsi è bene...ma non fidarsi è meglio!

IGOR: Ma come…quasi quasi mi offendo…

SERVO: Eccole qua, Maestà, erano nella bisaccia di questo forestiero!

IGOR: Ma come…non è possibile… Sono costernato! Vi giuro che sono innocente! E’ la prima volta che le vedo, oh, me sventurato, nessuno mi può credere! Vi prego, credetemi, non le ho messe io lì dentro, sono innocente!

CHIARALUNA: Vedi, dunque? Anche tua sorella fu incolpata in questo modo il giorno che tu la lasciasti nel bosco… Eppure era innocente, come tu ora affermi di essere…

IGOR: Mi prendesse un accidente! Come fate a sapere…NOOOOO!!! Non posso crederci…tu, tu….tu…sei…mia sorella Chiaral…nooo, non è possibile! Che sciocco, mia sorella era sordomuta! Voi invece parlate…udite…ma…
Quegli occhi…sì…i tuoi occhi…mi dicono che sei proprio lei...la mia amata sorellina Chiaraluna!!! (si getta in ginocchio ai suoi piedi) O sorellina, sorellina storna…potrai mai perdonarmi?

CHIARALUNA: Alzati! So bene che non è stata colpa tua, tu hai solo ascoltato quella perfida di tua moglie Rufilde ed io, incapace di parlare non potevo difendermi: ma ora non parliamone più! Sono così felice di averti ritrovato! Le stelle le ho messe io nella tua bisaccia, perché tu potessi capire quanto grande sia stata la mia sofferenza! Abbracciamoci, ora!

OLAF: Caro cognato! (si abbracciano)

NARRATORE: Il principe Igor rimase al palazzo con la sorella per molti giorni avendo molte cose da raccontarsi ed una volta tornato a casa fece scacciare la perfida Rufilde. E da quel giorno la serenità e la pace regnarono nel Paese.
Tutto è bene quel che finisce bene, vero mercanti?

I°, II°, III° MERCANTE: (in girotondo) Ziamo rigghi! Ziamo rigghi!!!


FINE


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