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dieci leghe e una chiesa che la riassume (0,0)

di Roberto Maggiani
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Pubblicato il 11/07/2020 15:36:34

 

 

dieci leghe e una chiesa che la riassume

:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza

{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}

(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale*(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)

infine il giardino*→ è il mio cerchio ristretto

 

 

*sono troppe…

troppe le creature che lì risiedono

quando passeggio nei miei passi

le vedo

e giro in tondo nel giardinotutt’intorno

le osservo

la campanella non suona

non arriva il postino

con il mio altrove

:il sogno che attendo è già di un altro

suona suona suona ma non suona… non suona non suona non suona suona-sosta e suona-sopra guarda sopra sososososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione

 

allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****

 

 

 

 

+

!zitto!

 

 

 

 

ok! ora mi siedo sul mio sedere [sedendo senza pensare…

 

…ché pensare potrebbe introdurre il male

quello speciale che mi fa pensare

{troppo a vuoto senza conclusione

[dove concludono i pensieri?

delle cose vedo le forme / di loro-pensieri no]

neppure le parole a cui mi(li) affido hanno forme

rigide a sufficienza

da intrappolare i pensieri-miei-disarticolati

pensieri miei disarticolati

pensierini miei…}

 

proprio non riesco a credere a questo male

 

che sì ha preso la zia*{l’ha squartata e portata altrove-da-dove-attendo il postino che non suona non suona non suona sosososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione

 

allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****

 

 

 

 

+

!ssshhh!

 

 

 

 

}*e il sale nella zucca di molti

fratelli

non ho fratelli che io possa condannare

genitori

né genitori che io non voglia ora baciare

qui nella mezzanotte

nel profumo di lavanda e bergamotto

{ma se li pensom’illudo : nessuno di loro è qui né so quando lo saranno}

penso ai miei passi in giardino tra le camelie

le piante magiche e il sorgere delle loro sembianze nella mia mente…

 

ho una questione da mettere in salvo

 

 

 

mi manca[tanto]la poesia che ha le parole giuste per il mio cuore

{quella che vive dentro al mio cuore e non alla mia mente↓

↓solo questa tu lettore medio[cre] capisci↓

 

La sera giunge lieta tra le campagne

si accende il silenzio dei passeri e dei merli

poi tutto si distende e sommerge

il paese una rarefatta nostalgia

di giorni d’infanzia quando la Vivonne

sorseggiava dai prati la propria verzura

e i salici si allungavano a disegnare

nelle sue acque correnti rette infinite

che il mio sguardo inseguiva

 

 

}salgo le scale salendo sui miei passi

penso sul mio pensiero sperando

che non ceda

 

 

 

{il treno risveglia il fantasma nella-lanterna

vedo da                                                  ø                         qui le piante magiche

 

:il luogo liturgico del piacere

:la bouganville m’incanta : stomp stomp stomp splat splat splat≈

≈arrivo arrivo arrivo …………………… ce la faccio sempre ah sempre ah ora!

allungo-allungo ritardando il momento d» perché vorrei che non finisse quel pungolo

che non arrivassequell’afrore che disdegno e nascondo↓

ora qui getto il rifiuto – ieri nella Vivonne… i pesci ne sono ghiotti

a frotte salgono e scendono per un tozzo di sperma

 

 

{l’universo ha voluto il cervello e la sua riproduzione nel piacere

[ci sarà pure un motivo? in ogni caso…] come posso non restituire al cosmo

ciò che mi ha procurato per il solo fatto

che tutto [da sempre] sta alle sue regole?

 

 

(ciò che mi ha procurato?→) ma non lui – casomai da me stesso –

se io-stesso-universo-non-doall’universo [me-stesso] ciò che io stesso mi sono dato per migliorarmi : e pensare a come farlo [luil’universo] ancora progredire verso il maggiore progresso possibile}

 

 

{ogni struttura crea strutture sempre più evolute → siamo un punto della linea ma non la fine}{vedo spreco di cervelli [lì poco oltre la staccionata] nella gente intrisa di paura per la pestilenza → ma forse la paura è la salvezza del cervello

 

lì si nasconde e agisce in fretta | fugge da…

fugge dove non fuggirebbe se non avesse paura

di tornare molecola nuda e cruda

disgregata senza pensiero senza sosta senza senza senza sole… sole sole…

sole mi manchi

 

domani sarò in giardino (mi troverai ad attenderti

perché se ho un cervello è anche per merito tuo) ci sarò

 

non verranno le creature che ho ideato

loro preferisconol’ombra → la notte è la loro-ora giusta

:arrivano tra le fantasie e si mostrano sotto tutti i profili

anche nelle forme più dure

 

sole sarò lì ad attendertiall’alba {quando nessuno ti aspetta e all’improvviso infilzi l’occhio}

quanti giorni-luce ancora la pestilenza lambirà i confini esterni di questa mente-giardino?

 

dieci leghe e una chiesa che la riassume

:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza

{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}

(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)

infine il giardino → è il mio cerchio ristretto

 

chi sei?

sono troppe

chi sei?

 

 

 

 

[ poesia pubblicata in Quarantena a Combrat, LaRecherche.it ]

 


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