Pubblicato il 06/11/2010 12:39:35
Sono tornata lì. La campana ha l’identica voce chiara e distinta. Segna le ore per ubbidienza. I palazzi si meravigliano della medesima veduta. Oggi, col sole che li ispeziona, sembrano coevi a gli adiacenti ruderi romani. Forse di notte i secoli si accomodano. Potrei non essere mai passata di là. Nell’atmosfera ferma, l’unica trascurabile variazione è stata il soffio sommesso dovuto allo sforzo di ricordare: un’inezia rispetto all'indifferenza definitiva delle cose.
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