Certe notti d’inverno
la luna è solo un’idea più rotonda, più brillante.
Certe notti così dense di stelle... l’aria diventa gelata, limpida, rarefatta, sì da sembrare una lama abrasiva che ti sfiora la pelle arrossandola.
C’è l’infinito davanti a me, una pace notturna che parla di suoni sopìti, di lentezze, di luci di case che si spengono pian piano nella notte.
Una civetta ha trovato rifugio in un angolino del mio terrazzo, la sento muovere per accoccolarsi al riparo. Il pino di fronte è di un azzurro surreale così imbalsamato dalla galaverna che lo imbriglia e il volatile ha traslocato a casa mia. Questo m’incanta.
Sapere che è qui intono mi dà dolcezza, mi fa sorridere.
D’estate sento il suo canto notturno cambiare di volta in volta, le sue evoluzioni d’ali che spostano rumorosamente le fronde degli altri alberi. Una perfetta “casinista” notturna, la sento quando si viene a posare sulla ringhiera e ormai riconosco i suoi richiami.
Ho letto che possiede un inventario di almeno 40 timbri acustici tutti diversi l’uno dall’altro!
Certi notti d’inverno, con un plaid addosso, t’incanti a guardare il cielo. Filamenti di stelle e non è vero che la solitudine è amara ma estremamente piena.
Questi luoghi hanno ognuno un proprio nome incastonato perfettamente dentro ogni cosa; nelle pietre, negli alberi, nei mucchi di terra delle talpe che devono aver reso il terreno una specie di hemmenthal biologico. E questi nomi di luoghi delle cose sono carichi di sfaccettature emotive, colori, suoni.
Potrei narrare ogni stella di lassù, come ci sia arrivata peregrinando in cerca dell’uomo, dei suoi occhi nuovi, di ogni fiaba mitologica che simbolicamente viviamo anche in noi.
Ora è Orione, il cacciatore, a regnare brillante nel cielo, fra qualche mese sbiadirà altrove traslocando nell’australe. Dicono che la cintura sia la proiezione delle 3 piramidi egizie, dicono di alieni, di dipinti misteriosi, di preistorie da riscrivere. Certe notti d’inverno la mitologia diventa vita pulsante.
Solitudine, io l’ascolto e sento in me scendere il senso della neve, un movimento lieve, placido e sereno che accompagnerà le ore discendenti sino all’alba.
Poi, nascerà il giorno.
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