Pubblicato il 17/04/2020 23:06:08
M’aggiro tra i fantasmi immagini diafane, trasparenti, ormai gli affetti veri sono spenti quello che in mente bolle ormai non serve quello che un cuore prova, altro non sente. Non si riesce mai di abbandonare un tratturo che non è più amico un ulivo in mente torna, a volte un fico, un sentiero in mezzo alla tempesta o illuminato una chiesetta che adesso han rinnovato. Vedi anche una immagine fugace di una donna che un di t’ha amato, a cui tu pensi ancora disperato poi i fatti analizzi, nel suo cervello scavi, come Pilato le tue mani lavi. Non giudichi, ormai è indifferente farlo, certe persone non le puoi cambiare è inutile, da solo puoi parlare, quando il cervello è vuoto e irrazionale solo a te stesso infin farai del male. E allora chiudi in fretta quella porta non lasciare aperto lo spiraglio dell’asino ti resta solo un raglio non puoi neppure lavare a lui la testa acqua e sapone sprechi e nulla resta. Così ho provveduto anche stavolta a chiudere del cuor finestra e porta meglio ignorare di parlare al muro, ad un cervello ancor più vuoto e duro. Salvatore Armando Santoro (Boccheggiano 20.12.2019 – 6:25) La foto è tratta dal portale: https://www.giornalelavoce.it/storie-fantasmi-nel-canavese-112484
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