Glicini a muri decrepiti abbracciati
sinfonie di colori su pietre usurate
pennellate di luce ad abbellire
vicoli antichi ed erte gradinate.
Balconi senza panni stesi al vento,
finestre traballanti e sgangherate
con vetri rotti senza inferriate
odore di muffe antiche, di camini.
Mentre io cerco qualche traccia antica,
un monile, un quaderno, quattro versi
una panca consunta e impolverata,
un treppiedi, una cucina ormai smurata.
Un po’ di carbonella, qualche traccia
di una vita che ormai giace silente
in qualche cimitero senza un fiore
con un lumino che appena dà chiarore.
Ed il silenzio muto m’accompagna
mentre sul muro v’è una salamandra:
se ne sta ferma con la pelle scura,
con le zampe allargate fa paura.
Ma ascolto un cinguettio di passerotti
che animano quel vicolo silente,
volteggiano soltanto i miei ricordi
in questo mondo antico decadente.
Salvatore Armando Santoro