Pubblicato il 28/04/2008 21:47:17
TORNEO DI CALCIO E RIGURGITI BORBONICI UNA SQUADRA DI BRESCIA ED UNA DI VARESE NON PARTECIPANO AL TORNEO DI AGROPOLI
Sia ben chiaro che nel calcio cosiddetto da “professionisti” non ci credo più. Da tempo mi sono allontanato perché i piedi miliardari non mi attirano più. Solo il calcio, e le altre attività sportive, a livello dilettantistico, mi trovano in grande simpatia. Vedere i ragazzi, e gli accompagnatori, di molte parti del mondo, partecipare con entusiasmo al torneo, è per me grande gioia. Non solo per loro. Ma anche per noi. Anzi per i nostri giovani, per i nostri ragazzi, che hanno capito che l’importante non è vincere, ma partecipare. Come diceva il grande De Gubertin. E loro hanno partecipato con passione, per esprimere il meglio di loro stessi, per non sfigurare di fronte agli avversari ma principalmente per non sfigurare davanti ai genitori. E molti genitori erano presenti sugli spalti. Per seguire i propri figli. E questa è una abitudine che dovrebbero prendere tutti i genitori di Agropoli e del Cilento. Far sentire la loro presenza non solo davanti agli stupidi sceneggiati della TV in prima serata, ma anche, e principalmente, nelle manifestazioni “edificanti” della loro giovane vita. Un episodio increscioso è stato quello della squadra iscritta di Brescia e quella di Varese che non si sono presentate per paura della “monnezza”. Certamente non li condanno. Forse anche io avrei fatto la stessa cosa…non conoscendo la geografia!!! Agropoli dista da Napoli oltre cento chilometri. Certamente non tocchiamo il fondo come il capoluogo partenopeo. La raccolta dell’immondizia viene portata avanti nel pieno rispetto delle regole. Forse lascia un poco a desiderare la raccolta differenziata, ma mi auguro che anche in questo campo vengano presi seri ed immediati provvedimenti. Pur producendo la nostra immondizia, riusciamo a toglierla dalla strada nella spazio di ventiquattro ore. L’attuale amministrazione si sta dando da fare per dare un nuovo volto alla cittadina. Certamente miracoli non se ne possono fare e problemi correnti in altri paesi del circondario sono in minima parte presenti anche da noi. Sia ben chiaro che non è mia intenzione condannare Brescia e Varese sol perché non sono venute per paura di contaminazioni (sic!), però penso che una più accurata analisi della situazione del nostro territorio le avrebbe spinte a partecipare. Quest’anno ricorre il centottantesimo anniversario della Rivolta del Cilento del 1828 contro i Borboni di Napoli. Nel 2008 i rigurgiti borbonici sono ancora evidenti. Vanno combattuti inesorabilmente non con pistole, sciabole e fucili, ma con una attenta campagna di sensibilizzazione della popolazione. La NUOVA RIVOLTA DEL CILENTO sarà una rivolta culturale. I nemici sono diversi, gli scopi sono diversi, le armi sono diverse. Ed anche i rivoltosi sono diversi. Gli intellettuali del Cilento devono far sentire la loro voce – chiara e forte – per una rivoluzione culturale e pacifica che deve ancora incominciare. Catello Nastro
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