In un piccolo paese arroccato sulle colline bergamasche, c’era una tradizione curiosa che nessuno avrebbe mai ammesso pubblicamente, ma che tutti conoscevano bene: “L’amore nel letto degli altri.” Non era una questione di infedeltà o tradimento, bensì un gioco, una sorta di rito collettivo, che coinvolgeva gli abitanti del borgo.
Si diceva che la vecchia Beatrice, la matrona del paese, avesse iniziato la tradizione negli anni ’50, quando ancora le case erano piccole e affollate e gli spazi scarseggiavano. A volte, per evitare i sospetti, gli amanti clandestini si rifugiavano nei letti di amici o vicini, approfittando di una festa o di una visita per sfuggire agli occhi vigili dei loro coniugi.
Il gioco era semplice: una coppia si introduceva di nascosto nella casa di un’altra, per trascorrere una notte di passione nel loro letto. La sfida non stava tanto nell’atto, ma nel non farsi scoprire. Il giorno dopo, se i padroni non si accorgevano di nulla, gli “invasori” vincevano e potevano vantarsi silenziosamente della loro impresa. Altrimenti, dovevano pagare pegno, di solito una cena in osteria per tutti i partecipanti.
Donato e Luisa, due giovani avventurosi, decisero di partecipare per la prima volta. L’idea di infilarsi nell’alcova dei loro amici Felice e Bernarda li eccitava e divertiva allo stesso tempo. Felice e Bernarda, d’altronde, erano noti per essere profondi dormiglioni.
Una sera d’estate, approfittando di una festa in piazza che si protrasse fino a tardi, Donato e Luisa sgattaiolarono fino alla dimora degli amici. Con una destrezza degna di due ladri professionisti, si intrufolarono nell’abitazione, evitando il cigolio delle scale di legno e le trappole visive del gatto di Felice, un felino occhiuto e poco collaborativo.
Entrarono nella stanza, ridacchiando sottovoce. Il letto era grande e accogliente, con rosse lenzuola di lino fresco e cuscini morbidi. Non poterono fare a meno di immaginare Felice e Bernarda mentre dormivano lì, ignari di ciò che stava per accadere. Si infilarono sotto le coperte, vicini vicini, cercando di soffocare le risatine.
Ma proprio mentre l’atmosfera stava diventando più intima, Donato si sentì afferrare una caviglia. In un attimo, la lampada sul comodino si accese e Felice apparve dal nulla, con un sorriso sornione e un sopracciglio sollevato. Bernarda era accanto a lui, avvolta in una coperta.
“Pensavate di farcela così facilmente?” chiese Felice con tono giocoso, mentre Luisa e Donato si congelavano come due bambini colti a rubare i biscotti.
“Sapete,” continuò Bernarda, “abbiamo trovato i vostri sandali fuori dalla porta. Troppo prevedibili!”
Per un attimo, il silenzio riempì la camera, poi tutti scoppiarono a ridere. Felice e Bernarda si unirono a Donato e Luisa sotto le coperte, ridendo a crepapelle della situazione. La sfida era finita in modo inaspettato, ma la serata era appena cominciata.
Tra risate e battute, i quattro finirono per passare la notte insieme, raccontandosi segreti e storie d’amore, abbracciati tra le lenzuola ormai stropicciate. La mattina dopo, il sole li trovò ancora lì, addormentati uno accanto all’altro, con i sorrisi dipinti sui volti.
E così, nel piccolo paese bergamasco, la leggenda dell’amore nel letto degli altri continuò, con un finale più dolce di quanto chiunque avrebbe potuto immaginare.
N.d.A.: Nomi e fatti sono frutto di fantasia, ogni riferimento, è puramente casuale.
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