Pubblicato il 31/07/2010 09:26:42
Sono cresciuto ricurvo su una scacchiera. Mi piaceva la parola scaccomatto. I miei cugini avevano un'aria preoccupata. Era una piccola casa vicino a un cimitero romano. Caccia e carri scuotevano i suoi vetri. Un professore di astronomia in pensione mi insegnò a giocare. Doveva essere il 1944. Quasi tutto lo smalto era saltato via dai pezzi neri. Mancava il Re bianco e dovette essere sostituito. Mi hanno detto ma non ci credo che quell'estate ho visto uomini impiccati ai pali del telefono. Ricordo mia madre che mi bendava spesso. Aveva un modo spiccio d'infilarmi la testa sotto il suo soprabito. Anche negli scacchi, mi disse il professore, i maestri giocano bendati, i grandi su diverse scacchiere contemporaneamente.
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