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Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

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Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz

Narrativa

Johann Valentin Andreae
SE Editore

Recensione di Giuliano Brenna
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Pubblicato il 13/04/2008

Il libro narra le vicende dell’autore, invitato da una vergine alle misteriose nozze; un sogno gli spiegherà come fare per giungere nel luogo in cui verranno celebrate, e quindi il viaggio, pericolosissimo, che lo porterà in un castello. Durante il viaggio e nei primi giorni di permanenza nel castello il protagonista, e tutti gli altri convenuti, dovranno affrontare varie prove per dimostrare la propria purezza di cuore e la giusta predisposizione d’animo per assistere al misterioso evento. Il castello è quanto di più incredibilmente meraviglioso sia dato immaginare ed è popolato da ogni sorta di misteriose creature; la narrazione è suddivisa in sette giornate e solo nelle ultime due sarà dato ai lettori di poter assistere alle nozze chimiche. Tutta la vicenda in realtà è una grandiosa allegoria, infatti le “nozze” sono un procedimento alchemico, che porterà alla creazione dell’oro e di due creature viventi mediante una serie di trasformazioni della materia con procedimenti che furono propri dell’alchimia. Alla luce di questi fatti si arriva a comprendere la narrazione, in quanto le prove delle giornate precedenti sono una condanna per coloro che, a quei tempi, non erano considerati, per vari motivi – propri dell’essere umano –, adatti ad essere ammessi all’iniziazione alchemica, e anche i pochi eletti in realtà non sapevano esattamente a cosa li avrebbe condotti la loro ricerca dell’Assoluto, e solo dopo averlo trovato, per intercessione divina, capivano la missione che era loro assegnata.
Questo libro (mi sembra riduttivo o forse ‘blasfemo’ definirlo romanzo) fu uno dei manifesti del movimento denominato dei Rosa Croce che nell’Europa degli inizi del Seicento diffuse un ideale di rinnovamento politico e religioso con un programma di «riforma generale delle cose divine e umane», rinnovamento che si voleva assai radicale, non è infatti un caso la creazione dei due esseri viventi che sta a simboleggiare la rinascita del genere umano proprio ricominciando da Adamo ed Eva. Nella narrazione si riconoscono i principali motori di questa “riforma”, la religiosità del dopo-riforma, e la visione scientifica tipicamente rinascimentale: cabalistica e magica.
Il libro getta luce su una materia misteriosa come l’alchimia, raccontata da chi veramente credeva in questa scienza, la narrazione è semplice e molto piacevole ed ogni piccolo particolare descritto come magico o fantastico cela dietro di sé qualche aspetto della realtà.

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