Oh, terra mia che ancor gli effluvi effondi
delle acque stagnanti lunghi i fossi
tra gli ulivi giganti della Piana
in mezzo alla calura verdeggianti.
Sgradevole saliva il denso odore
fino al piano, l’olfatto mi colpiva,
eppure a volte il viso ho rinfrescato
l’arsura ho spento e l’acqua vi ho bevuto.
Ma resta nella mente l’acre odore
che ammorbava l’aria e mi disgustava
tra l’alghe verdi e viscide dei fossi
il passo a volte anche vacillava.
Ed avvertivo il sibilo nocivo
delle zanzare in volo sulla pelle,
mio padre afflitto da febbre quartane
disteso lamentoso tra gli ulivi.
Oh qual ricordo dei miei dì giulivi
di strade bianche ancor distese in mente
da Polistena fino a Melicucco
tra siepi di rovi e bianche campanelle.
Le cerco e a volte desidero un ritorno
ma tempi duri in cuore vi ho archiviato
eppur si sogna ancora quel passato
per ritrovare amici e affetti intorno.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 22.02.2020 – 20:54)