SHOAH (1)
Li portano via tutti.
Sì, li portano via tutti, tutti.
Quando? Adesso. Subito.
Li portano via tutti, tutti.
Senza ragione. Non c’è ragione.
Il grido sarà sempre grido, sempre.
Sempre il grido risuonerà, sempre.
E i bambini? Non gridano forse, i bambini?
Bisogna sentirli. È da impazzire.
E i grandi? Non soffrono forse, i grandi?
I vecchi? Non sentono forse, i vecchi?
La loro pelle è così fragile…
E il cuore? I cuori? Non soffrono forse, i cuori?
Il respiro? L’ossigeno? Non ce n’è bisogno, forse?
Come si fa senza ossigeno?
E l’acqua? È razionata anche l’acqua.
Il gas, il pane, la legna…
Fa freddo, in casa, fuori, nelle ossa.
Io? Chi sono io? E gli altri?
La vita? Spenta, spenta vita.
David Olère, Arrivo di un convoglio
SHOAH (2)
Ora tutto è spento:
Si può aprire la finestra,
C’è un po’ di vento opaco,
Scirocco, nessun balocco
In questo scorcio di sera,
Nessuna preghiera, nessun Dio
Del mattino, speranza, tiritera
Dei morti, sperduti tutti
In anfratti, terra –
La stessa terra dei fiori, gladioli,
La stessa terra dei corbezzoli, asfodeli -
Ma ora che la cucina è spenta
E i piatti sono pronti, i cibi in attesa
D’essere mangiati,
Non si pensa alla terra,
Si affondano le mani tra gli steli
Delle posate, le forchette,
I tovaglioli lindi e stirati,
Si accarezzano i bicchieri,
Si baciano le scodelle
E frullano le ciglia agli sguardi
Rivolti negli sguardi…
È tardi.
David Olère, Il cibo dei morti per i vivi
FIGLIO D’ABRAMO.
Quest’uomo mite, solo
Che porta su di sé l’inesorabile
Dolcezza e fermezza di Abramo
Figlio di antichi padri
Indicibili all’Atto dell’Orrore
Senza nome all’Atto dell’Orrore
Senza parole all’Atto dell’Orrore
All’Atto dell’Orrore celato nell’Orrore
Risorto da secoli di tenebra
Nelle carni il martirio della sua gente
Quest’uomo mite, solo
Percorre la sua strada scalzo
Su nude pietre d’inciampo
Vagando di casa in casa senza occhi
Per non vedere l’atto dell’Orrore
Cancellando l’Atto dell’Orrore
Cieco all’Atto dell’Orrore
Per non morire dell’Orrore
E si crea da sé, solo
Parole tenere d’amore
Come rose bianche d’amore
Sussurri dolci d’amore
Come rondini nere d’amore
Porgendole da cuore a cuore
A ciascuno, senza distinzione
Le mani colme di pace
Per anni e anni
Mite, solo, scarnificato
Uomo di pace.
David Olère, L'iniezione sperimentale
[ Le associazioni tra le poesie di Francesca Farina e i dipinti di David Olère (tratti dal sito www.cultora.it) sono a cura della Redazione. ]