Ai primi chiari, i naviganti
s’affannano lunghi
a cavalcare un po’ i flutti,
fra le bettoline, si confondono nel golfo.
Mentre i gabbiani dal roco eco
fendono così il cielo,
un pescatore con la lenza in mano
siede lesto in silenzio,
alla roccia del Faro indugiando,
a legare attese per il giorno che viene.
Egli porge l’occhio al minuto,
la canna poi s’impenna
al breve guizzare d’un pesce.
Si fermano intanto i passanti
a mirare luci, nel mormorio delle onde
e si stringono insieme
quando gli spruzzi bagnano
gli sguardi disattenti,
mentre il sole s’alza a dissipare i sogni.
È finita l’alba degli uomini
che vivevano da soli quegli anni,
quando tra cielo e mare
non v’era alcun confine
né si spegneva più la voce
di chi con il suo lavoro,
pescava la fatica d’ogni giorno.
(Al porto di GENOVA)
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