Durante la settimana abitava in un appartamento-mansarda a casa della zia, nel paese che era sede del liceo e che distava quaranta km dal suo.
In questo modo evitava di viaggiare e al mattino poteva dormire di più. Era l’inizio dell'estate del 1994 e, da un mese, studiava tutto il giorno in vista dell’esame di Maturità.
Poi, quando terminava, cercava rilassarsi il cervello. Ma non ci riusciva. Gli amici e compagni di scuola avevano la ragazza e, dopo lo studio, egli li vedeva fuori sul muretto della villetta al lato della piazza a baciucchiarsi, abbracciarsi e toccarsi. Anche lui avrebbe voluto avere una fidanzata a disposizione per farsi passare l’inquietudine.
Si era fracassato i maroni di masturbarsi guardando il water e avrebbe voluto fare qualcosa di diverso.
Adesso, però, corteggiare una ragazza in carne e ossa sarebbe stato complicato perché richiedeva del tempo e poi avrebbe dovuto far finta di essere innamorato.
A quell’età, inoltre, non lavorava e il padre gli dava solo 10.000 lire a settimana per cui le prostitute se le poteva giusto scopare con l’immaginazione quando si faceva le seghe.
La mansarda dove abitava era composta da una cameretta da letto, da un gabinetto pensile, da una stanza che fungeva da ingresso, soggiorno e disimpegno e, infine, da una terza stanza che era adibita a magazzino. Ci entrava quando ripeteva camminando e aveva notato che c’erano delle buste da spesa che contenevano giocattoli impolverati che erano appartenuti a sua cugina, più piccola di due anni.
Una sera era più inquieto del solito. L'indomani sarebbero iniziati gli esami ed egli aveva la sensazione di aver dimenticato tutto.
Si mise a rovistare nelle buste e trovò una Barbie che era nuda e staccata in tre pezzi. La prese, ne riattaccò le gambe al tronco. Andò in bagno e chiuse la porta con una mandata di chiave.
Dopo un quarto d’ora si sentì lo sciacquone e la chiave rigirare nella serratura. La porta si aprì e lui uscì con la Barbie in mano. Entrò nella stanza-ripostiglio, si avvicinò al sacchetto di plastica, ristaccò le gambe dal resto del corpo della bambola e ne infilò i pezzi dentro. Poi andò a sdraiarsi sul letto e attese che la zia lo chiamasse per la cena.
Nella busta, in mezzo ai giocattoli, Barbie giaceva a pezzi. Che erano lucidi.
[...].
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