Pubblicato il 31/05/2016 11:15:59
Morte degli antichi “fantasmi”(cimitero di Rapone).
Però…com’è la vita ! Ognuno di noi nel corso della vita si porta dietro alcuni fantasmi,cioè,alcune paure che poi ti condizionano un pò la vita.Soprattutto da bambini,tali paure erano un pò più accentuate,poi,con il trascorrere degli anni si sono sempre più affievolite;poichè nel corso della vita, abbiamo dovuto accompagnare sempre più spesso qualche nostro caro in questi luoghi,prendendo,diciamo così,”più confidenza”. Il mio “fantasma”,era,il cimitero di Rapone! Da bambino in particolare ,ricordo di esserci andato pochissime volte,sempre frenato da questa mia paura.Qualche volta in più ci sono andato,quando,diventando più adulto,andavo a dissetarmi con i compagni della squadra di calcio,durante gli incontri sul vicino campo sportivo.Si ,a volte mangiavamo anche i gelsi che all’ora erano presenti nel cimitero stesso,ma erano veramente delle “ toccate e fuga”;bastava un piccolissimo rumore o qualche scherzo di qualche compagno che scattavamo come molle ,a gambe levate,verso l’uscita.La paura era tanta! Da qualche anno invece, è tutto il contrario.Ogni volta che vengo a Rapone,non vedo l’ora di andarlo a visitare.Così un pomeriggio di piena estate,una giornata incantevole che sembrava quasi primaverile,eccomi quà. Il cancello è appena socchiuso,entro in silenzio,ma,noto quasi subito un cinguettio di uccelli che mi rasserena.Una panoramica con lo sguardo,poi decido di iniziare questa mia visita partendo da sinistra,e verso la parte “vecchia”.Come già altre volte mi succedeva,davanti alle lapidi,dentro di me ripetevo:”Ah…anche questo è morto!”Per il loro riconoscimento le foto mi aiutavano moltissimo,più che il nome,e naturalmente ,anche a distanza di anni,riuscivo matematicamente a ricollocarlo nella sua famiglia di appartenenza.Era una magra soddisfazione,poichè la cosa mi rattristava comunque.Automaticamente mi fermo qualche istante in più davanti alle tombe che mi suscitano più ricordi e affetti.Più vado avanti e più rifletto sul fatto che:sono davvero tante le persone che avevo conosciuto in vita,che non le persone di Rapone che conosco adesso.Non è una differenza di poco conto!Capisco così ,che, tanti anni sono passati!Ogni tanto fa capolino un nodo in gola,che diventa davvero serrato quando mi fermo davanti alla lapide di mio nonno,Michele Miele,classe 1897,per tanti anni Priore della confraternita S.Maria ad Nives.La sua foto con tanto di medaglie sul pettorale(riconoscimenti ,della Guerra d’Africa,della 1^ Guerra Mondiale, e quella di Cavaliere di Vittorio Veneto),vince la mia debolezza.I ricordi precisi e minuziosi dei suoi trascorsi di guerra ascoltati sempre da lui ,prendono il sopravvento.Pensando che la sua vita fosse finita li sotto ,mi rabbuia moltissimo, e mi allontano.Aumento il passo.Ma poi la mia attenzione si ferma davanti all’ epigrafe di un conoscente deceduto da un paio d’anni,di qualche anno piu “anziano” di me;una epigrafe commovente delle figlie,con tanto di buca per le lettere di corrispondenza.Il dolore per la perdita traspare evidente.Mi ritorna il nodo in gola.Proseguo la visita cercando di non trascurarne nessuna.Incontro molte altre tombe con epigrafi commoventi.Quanto dolore ha solcato i cieli di Rapone in mia assenza!Ed eccomi giunto nella parte “nuova”.Qui vedo ancora più lapidi che hanno straziato anche il mio cuore.La mia attenzione ,quasi cercata,si sofferma però davanti alla foto della persona che quand’era in vita,io definivo:”Memoria Storica di Rapone”,scomparso in un inizio autunno 2011.Avverto subito il vuoto,mi avrebbe fatto piacere ascoltare ancora qualche suo racconto di vecchi ricordi legati a Rapone. Adesso che i palloni non possono più essere bucati,mi sento più triste e più solo.In silenzio e a capo chino,molto più triste di quando sono entrato,riesco,e…riaccosto il cancello. Sull’uscio risento che ancora si ode il cinguettio degli uccelli, e in questi istanti sento già la voglia di ritornare presto.Ecco,in questo momento matura in me la consapevolezza che ho sconfitto per sempre il vecchio “fantasma”.Non so ancora quando,ma sicuramente un giorno sarò presente anch’io per sempre in un posto come questo;con la speranza che gli uccelli continuino ancora a cantare anche sopra di me.MI accorgo così ,in un pomeriggio di piena estate ,come sia fragile la vita!
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