Non so che farmene di ciò che ho
ed è quasi nulla,
non so che farmene di ciò che sono
ed è veramente poco,
mi resta solo
il tempo,
mi resta il tempo che non aspetta
la solitudine di chi
non si può raccontare.
Sguardo bifronte
occhio muto
le occhiaie di un riposo non goduto
o goduto troppo
la fatica che non ristora.
Sono i battelli d’aria nel cielo
che ho visto stamattina,
l’immortalità non conosce gli anni né gli eoni,
niente mi parla
se non cerco consolazione
e l’estate non è più
“stagione dei densi climi”*
sopravvivere uccidendo la propria resilienza,
brucia il fuoco dell’inferno.
Non conoscevano gli eroi questa terra,
questo cielo,
lucevano le armature sotto un sole diverso
bruciava la terra sulle ferite
e il sudore era acre resistenza alla morte.
Non è tempo di uomini questo
non abbiamo del liquido
la proprietà di lenire
né di dissetare,
non tratti da qualcosa
non gettati da una mano
non dal nulla al nulla
eccessi privi di significato.
* Da Estiva di Vincenzo Cardarelli
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