A VLADIMIR MAJAKOVSKY.
Come hai potuto, fratello?
Quale fardello era più pesante
dell’essere Poeta, profeta
rosso, fosso di metafore?
Era l’Amore, il tonfo battito
del cuore pulsante che cade
nel pozzo profondo del dolore?
Ingoiavi proiettili e sputavi versi
di metallo nel ballo d’orrore
e disperazione del tuo flauto
di vertebre, nelle tenebre
allettanti nelle quali le strofe
ci lasciano di sera,
soli, con al fianco che brilla
la Luna o la pistola.
Mi consola, mi consola il pensiero …
il nero sfavilla lucido
nella memoria di chi lo sa apprezzare,
accettare, comprendere.
E t’invidio, invidio il coraggio
della tua disperazione,
la sinfonia con la quale
hai detto “basta!”
a questa grama malinconia,
“basta!” alle rotte impervie
di questa nave piena di falle:
bum!, un tuono,
e poi la Notte.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Stefano Verrengia, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.