MEDITERANEO
Onde.
Scuri muri, agitati.
Fondali abitati dai morti.
Il mare nemico scuote il barcone,
schiaffeggia i volti.
Respiro sospeso, il cuore fremente
in balia della forza feroce del vento.
Mille speranze si aggrappano al legno.
Il mare pretende febbrile il pegno.
Migliaia di urli in un solo lamento,
vuoto di suono,
ma con la potenza d’un scoppio di tuono.
La paura è dura, come un laccio,
unisce i corpi in un unico abbraccio.
Tutti fratelli,
prossimi al cielo,
lontani da terre.
Riflessi di pelle bruciata
senza calore.
Sotto l’occhio ostile del sole
scompare il colore.
Il sale riempie lo sguardo,
condensa il dolore.
Pupille –
cristalli opachi dentro il terrore.
Il dispetto degli schizzi di mare
arde le labbra.
La beffa dell’acqua salata
porta via l'ardore,
che ritmico palpita ancora
dentro il cuore.
Bruciore. E sete, tanta sete.
Labbra screpolate, prigioniere dei denti.
La vita rimane soltanto negli occhi, ardente.
L’anima prende la via del cielo,
invoca clemenza.
Sperare contro ogni speranza,
tutt’uno con la barca che lentamente avanza.
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