Pubblicato il 20/03/2022 12:10:00
ISPIRATO
Ė una ragazza adolescente la sorella di Totò. Le si indovinano la timidezza e la buona educazione, accompagnate da uno spiccato rispetto per gli amici del fratello. Lei è seduta sotto una delle grandi finestre della sala: la governante le sta mostrando come il filo deve comporre il disegno sulla tela del tamburello, levato in controluce, quando giunge Antonio insieme all’ospite. -Virginia, questo è il mio amico Gaetano. Le gote della ragazza si colorano di rosso mentre si alza e si avvicina. Gaetano, compunto, accenna a un inchino. -Sentiremo parlare spesso di lui, te lo assicuro – afferma Antonio sprigionando orgoglio. Virginia ha consegnato l’ago, la tela e il cotone alla governante che si è allontanata dopo la riverenza. Sorride timida, guardando il vano della porta sul quale si è stagliata improvvisa la figura della madre. Indossa un abito color grigio scuro con un nastro di velluto, che recinge il busto appena sotto l'altezza del seno secondo il gusto dell’epoca. Virginia, invece, ha un vestito chiaro di foggia simile. -Ne siamo certi! – esclama la signora Vasselli - Hai già detto a tua sorella chi ha conosciuto il nostro ospite durante i suoi viaggi? Antonio si volta lanciandole uno sguardo sorpreso. Non pensava che la madre evidenziasse una subitanea curiosità sull’argomento. -No, per la verità, -risponde pacato e, rivolgendosi a Virginia, -Il mio amico ha avuto la fortuna di incontrare Pietro Maroncelli, anch’egli musicista. -E non solo…- rimarca la madre. -Sì, ma è rimasto indifferente agli ambienti della Carboneria, se è a questo che alludi- sussurra quasi nell'abbassare la voce. -È proprio così, signora, al centro dei miei interessi c’è soltanto la musica- conferma Gaetano che non distoglie gli occhi da Virginia. Per intuito ha percepito l’arguzia e l’intelligenza nell'espressione del suo viso, mentre lei è incuriosita dal giovane magro e un po' allampanato che viene dal nord. Forse è l'affetto che prova per Antonio, ma adesso lui sa che quella donna in fiore gli è già entrata nel sangue, anche se la disparità sociale lo obbligherà ad essere prudente. È un giovane povero, di belle speranze, che persegue il sogno ambizioso di diventare compositore d’opera, mentre lei è la figlia di un noto giurista romano, assai stimato presso gli ambienti della Santa Sede Apostolica. Tuttavia, è sicuro che quella ragazza gli porterà fortuna. -Si ferma a pranzo da noi? – chiede amabilmente la madre che ha molta considerazione della musica e in generale di tutte le manifestazioni artistiche. -La ringrazio, signora, il teatro Argentina mi reclama per le prove di acustica- declina l’invito con altrettanta amabilità il giovane che si congeda. Totò lo accompagna. Scendono insieme lo scalone del palazzo. -Che ne pensi di mia sorella? - azzarda impulsivo. -Davvero incantevole- non può che rispondere Gaetano. -Lo credo anch’io. Apparentemente sembra timida e defilata, ma è molto curiosa, in realtà, come mia madre per altro. Pensa che, giorni fa, si è messa in testa di voler osservare da vicino l’Atto di Supremazia. È attratta dalla storia e la colpisce che quel documento, redatto in seno al parlamento inglese, si trovi qui a Roma, presso l’Archivio di Stato. Papà l’ha dissuasa, anche perché credo che, nonostante le sue conoscenze, occorra più di un permesso, ma sono certo che lei tornerà alla carica. -Ah, l’Atto di Supremazia… Anna Bolena. Adesso, Gaetano sente affacciarsi nella mente l’dea di una storia variegata, già pensata in precedenza, un soggetto utile per le sue ambizioni operistiche. La storia è un vago abbozzo, per ora, e prenderà corpo solo più avanti, perché lo attendono molti impegni e viaggi alla conquista dei teatri italiani, ma si è già rafforzata in lui una certezza insperata.
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