Neppure all'alba aspetterò che tu
ti sveglierai per me per messaggiare
più non potrò per te ancor verseggiare
e né vederti in moto andar su è giù.
Me ne starò seduto su un muretto
tra margherite nuove e tra tageti
e guarderò dall'alto del Vereto
la tua casetta in mezzo all'uliveto,
mi sperderò tra trulli e sepolcreti
nuda ti sognerò mentre ti aspetto;
e ancor ti rivedrò con un sorriso
col dente storto che ricama il viso
e mi dirai “ho anche il naso grosso
e il torto che m'hai fatto l'ho rimosso".
Poi ti vedrò a Ristola sul mare
su una panchina triste a meditare,
e ancor ripeterai stanca e delusa
d'essere senza amor sola e confusa
ed ero l'uomo che dovevi amare.
Ma è tardi e indietro non si può tornare.
Salvatore Armando Santoro
(San Marcello Pistoiese 11.2.2019 – 7,44)
- Sonetto ritornellato