Mio padre Giovanni Colozzo, ufficiale della Marina Italiana, fu catturato dai nazisti, dopo l'Armistizio dell'8 settembre 1943, perché non voleva arruolarsi nella repubblica di Salò. Dopo più di un anno in diversi campi di concentramento in Polonia e in Germania, fu liberato dai russi. Morì in Italia all'età di 67 anni nel 1990 a causa di enfisema polmonare, in seguito alle sofferenze subite nei campi, al gelo, etc.
Solo un anno fa ha avuto la medaglia alla memoria che sono riuscita, grazie all'aiuto di un caro amico ed alle sue ricerche in archivi tedeschi per ricostruire l'iter della sua prigionia, a fargli ottenere dal Presidente della Repubblica Italiana.
Ecco la mia poesia, che rappresenta il mio tributo a lui e a tutte le vittime della follia umana!
PENSO A TE, PADRE…
Giorno della Memoria
Penso a te, padre, e più non vedo luce…
Oltre la siepe che conduce al campo,
s’alza sommessa voce come pianto
e s’incamminan ombre nel mattino.
Desolato fu quel giorno sì lontano!
Tu patisti per la prigionia
colpe non tue, ma rifiuto al soldato
di celebrare ancora un rito ingrato.
Non guerra, ma sorrisi dalla vita
chiedevi in quell’età che arride
al tempo gaio della primavera,
copiosa di messi e fioriture.
Uomini, donne, vecchi e infanti…
Numeri in coda di poveri fantocci,
dall’ignominia umana messi al bando,
sfilano in processione come morti.
Esser nazisti oggi suona strano…
Eppur ritorna ancora integra l’onta
quando si nega anche un tozzo di pane
al migrante respinto all’altra sponda.
*
* Free translation n English and French
Thinking of my father ... DAY OF MEMORY
I THINK OF YOU, O FATHER...
I think of you, o father, and I see no more light...
Beyond the hedge that leads to the field,
A soft voice rises like weeping.
And in the morning, shadows are walking...
Desolate was that day so far away!
Thou didst suffer for captivity
Faults not your own, but refusal to the coup d'etat
To celebrate again an ungrateful rite.
Not war, but smiles from life
You asked in that age that comes
to the gay time of spring,
copious with harvests and blossoms.
Men, women, old men, and children...
Numbers in the queue of poor puppets,
banished by human ignominy,
parade in procession like the dead.
To be a Nazi today sounds strange...
And yet the shame still returns intact
when even a piece of bread is denied
to the migrant rejected on the other side.
***
JE PENSE À TOI, PÈRE...
Je pense à toi, ô père, et je ne vois plus de lumière...
Au-delà de la haie qui mène au champ,
Une voix douce s'élève comme un pleur.
Et, au matin, les ombres marchent...
Désolée, cette journée si lointaine !
Tu as souffert pour la captivité
Des fautes qui ne sont pas les tiennes,
mais le refus de l'orpailleur
Pour célébrer encore un rite ingrat.
Non pas la guerre, mais les sourires de la vie
Tu as demandé à cet âge qui vient
à l'époque joyeuse du printemps,
riche en récoltes et en fleurs.
Hommes, femmes, vieillards et nourrissons...
Des numéros dans la file d'attente des pauvres marionnettes,
bannis par l'ignominie humaine,
défilent en procession comme des morts.
Être nazi aujourd'hui, c'est étrange...
Et pourtant, la honte revient intacte
quand même un morceau de pain est refusé
au migrant rejeté de l'autre côté.
Franca Colozzo
My father Giovanni Colozzo, an officer of the Italian Navy, was captured by the Nazis, after the Armistice of September 8, 1943, because he did not want to continue to fight for the Republic of Salò.
After many months in different Nazi camps, he was freed from the Russians, but died prematurely in Italy due to lung emphysema, following the suffering suffered in concentration camps, in the frost, etc.
Only a year ago he had the medal in memory that I managed, thanks to the help of a dear friend, to let him get from the President of the Italian Republic. This poem of mine represents my tribute to him and to all the victims of human folly!
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