Pubblicato il 13/12/2018 22:13:55
LOCUS AMOENUS Un giorno sprofondai Nella tristezza Come il sole nell'orizzonte. Ardevo, Ardevo come Quella schifosa palla Infuocata ma ero piccolo Come il pallone ingenuo Di un bimbo che cade In un fosso o un fiumiciattolo. Rincorrevo uno scoiattolo Come un sogno Evanescente al mattino ... Cercavo solo di capire, Cercavo di capire Cosa voglia dire Morire ed amare, Amare da morire E morire per amore, questa frasi tanto Stolte quanto essenziali, Queste parole dolci E fatali, al contempo. Ed io ero giovane E forte come un pino Rigoglioso, ancora Non spezzato dalle tempeste E dagli inverni. Ancora non capivo, Non capivo nulla della vita E della gita in questo corpo, di quanto fosse caro Questo affitto Con il suo prezzo Di dolore e di malinconia, Con il suo prezzo di follia, disperazione ed orrore. E correvo nei prati, Calpestando i fiori Ed ammazzando Le formiche, le lucertole Ed i vermi, ridevo Delle bettole dove vedevo Gli adulti rantolare Come macchine ingolfate, Per dimenticare rate, Bollette e puttanate varie. Ed ero così immensamente Felice della mia infelicità, E non sapevo cosa fosse: la tosse della sigaretta Di mio padre, il canto Del gallo e l'erba tenera Che brillava di rugiada. E mia madre, dolce Come la luna, Nelle notti mi cullava Fra due nuvole, Ed a volte penzolavo Dal cielo come un fulmine. Ed al culmine, al culmine Del desiderio e dell'estasi, potevo anche credere Che Dio esistesse, Potevo anche credere che Cristo fosse Morto per me, Fosse risorto per me Dal sepolcro polveroso Come in un film, come in una strana fiaba O nel teatro di Mario, E che il sudario Fosse un magico sipario. E i venti di notte Risuonavano nel buio Come flauti di un'orchestra, e la maestra era una cattiva Strega da beffeggiare E da fuggire, Per non morire nei suoi Noiosi insegnamenti. Ed i tormenti erano Il non avere una brioche, Un abbraccio o il bacio Di una dolce bimba, Il cacio nella pasta O la mela che brillava di tedio e salute. E mute mai furono Le stelle, mai! Anche nei guai E nelle angosce, Non dovevo inabissarmi Fra le cosce di una donna Per dimenticare, Mi bastava guardare La vastità del cielo, Mentre mia zia Mi indicava l'Orsa Maggiore E l'Orsa minore, Mentre l'odore del latte Sì emanava per la stanza E la danza nel mio stomaco Attendeva solamente i biscotti. Ancora non comprendevo Il dolore di Salieri o di Tasso, Majakovskij, Baudelaire, Hoffman O Molière ... ancora non comprendevo Come sussurri dolcemente Una pistola nel cassetto Quando il letto Sembra una dolce bara Dove trovare la cara assenza, l'essenza di questo caos Imperscrutabile, L'essenza di questo Silenzio metafisico. Non comprendevo Ancora il dolore Del mare, che onda Dopo onda le amare Giornate spazza Col loro tedio, Non comprendevo Il dolore di una tazza Fracassata sul terreno, Che nessuno avrà cura Di ricomporre, Ma solo di buttare. Non comprendevo il dolore del vento.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 8 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Stefano Verrengia, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|