Scrisse Giacomo Debenedetti nel suo saggio “Proust 1925”: Proust ha quasi terminato il suo turno di autore alla moda: dunque si può parlare di Proust. E da quei giorni, sino ai nostri, di Proust si è parlato, si è detto, si è analizzato, in un immane processo che, si suppone, durerà ancora a lungo: uno degli aspetti più emozionanti dell’opera proustiana è la sua costante attualità, unita alla singolare capacità di stimolare nuovi studi, creare nuove correlazioni e riservare sempre nuove sorprese a chi vuole esplorare quell’immenso territorio di cui la Recherche è una dettagliata mappa. Appare subito chiaro, anche al neofita, che la Recherche è densa di rimandi, dietro quasi ogni parola vi è celato un mondo, quel Sesamo che Charlus promette di aprire all’ingenuo narratore è in realtà in potere di Proust e il lettore può scegliere se addentrarsi in quel mondo o restare sulla visibile e bellissima superficie. Tra coloro che hanno deciso di addentrarsi sempre più nel mondo proustiano, immergendovisi e riportando spesso a galla frammenti mirabili ed invisibili ai più, è il professor Gennaro Oliviero, Presidente dell’Associazione Amici di Marcel Proust, facente parte del più ampio IMPI (Institut Marcel Proust International, con sede a Combray, presso la casa-museo di tante Léonie). Tra le tante attività del professor Oliviero, dedicate al grande autore francese, vi è la pubblicazione dei Quaderni Proustiani, con cadenza annuale. Già dal nome si intuisce la stretta correlazione tra queste pubblicazioni e gli scritti proustiani, notoriamente vergati a mano sui celeberrimi cahiers. Quasi una germinazione diretta dall’opera proustiana agli scritti di questi quaderni. Se i cahiers vedevano ricrearsi un mondo dalla mente di Proust alle pagine della Recherche, nei Quaderni Proustiani vediamo questo stesso mondo sezionato ed analizzato, si vanno scovando relazioni ed interiezioni tra l’autore francese e i suoi contemporanei, in un intreccio di influenze, quasi insospettabili se si pensa all’autore recluso nella propria stanza. I Quaderni Proustiani si librano leggeri sugli anni passati e ci danno una immagine vivissima del lavoro e della vita di Proust, e, in particolare, nel recentissimo sesto numero, vediamo Proust assistere alla prima de Il martirio di San Sebastiano, di D’Annunzio, unico scrittore italiano presente nella Recherche. Ma perché? Grazie agli articoli di Giovanna Napolitano e Gian Gaspare Napolitano potremo far luce su questo piccolo mistero, e trovare una inaspettata correlazione nel piacere degli oggetti fra l’italiano e il francese; così come Sandro Lombardi accompagna il lettore ne I teatri di Marcel Proust, una raffinata ed inedita analisi sulla presenza di sipari che si aprono su vere e proprie scene teatrali contenute nella Recherche. Nell’articolo di Sabrina Mori Carmignani, Rilke e Proust. Variazioni su Albertine, vediamo come, sin dal suo apparire, la Recherche influenzò altri scrittori; anche Proust subì influenze nella stesura della sua opera, e, anche se il principale “maestro” della scrittura proustiana è ritenuto Bergson, nell’articolo di Sabrina Martina La materia delle visioni e le visioni della materia: Leibniz in Proust, scopriamo un inatteso legame tra i due scrittori. Per quanto riguarda i rapporti fra Proust e le altre menti che hanno segnato l’epoca, troviamo, in due articoli, le influenze tra Rilke e Proust e quella che Leibniz ebbe su quest’ultimo. Non mancano una rilettura della recente critica proustiana, articoli su temi molto cari a Proust – il quale, sono certo, avrebbe apprezzato moltissimo –, come quello delle cattedrali e dell’amore, e belle riflessioni d’amore e morte. Completano il volume una sezione in lingua francese ed una di recensioni, come intermezzo alla profondità e serietà dei saggi, la rivista propone anche tre racconti ed una poesia, liberamente ispirati al mondo proustiano.
La lettura dei Quaderni Proustiani si rivela assai interessante ed offre al lettore una panoramica sui più recenti studi proustiani e sull’influenza che Proust continua ad avere sul mondo delle lettere e dell’arte. La grandiosa cattedrale dimostra così di avere ancora molti argomenti con cui stupire ed affascinare chi la osserva, e offre lavoro a chi si voglia dedicare ad aggiungervi qualche piccolo tassello. Proust oltre ad essere stato il più grande scrittore del secolo scorso entra a pieno diritto anche fra quelli del ventunesimo, proprio con la capacità dei suoi scritti di essere sempre attuali, fonte di studio e scoperta, oltre che di ispirazione. I Quaderni Proustiani sono una sicura guida per chi voglia approfondire la conoscenza di Proust, o per chi voglia confrontare le proprie impressioni e conclusioni, derivanti dalla lettura dell’opera di Proust, con quelle dei maggiori studiosi proustiani.
Ma ora lasciamo la parola agli Amici di Marcel Proust, che sapranno meglio spiegarci la vita dell’Associazione e gli intenti dei Quaderni Proustiani; di seguito potrete prendere visione del sommario del n. 6.
Vita dell’associazione
L’Associazione degli Amici di Marcel Proust, costituita nel 1998 con sede a Napoli, organizza conferenze, seminari, incontri e letture, volti a produrre e diffondere una conoscenza più vasta e precisa dell’opera del grande scrittore, universalmente considerato tra i massimi della letteratura mondiale.
In questo senso, rientra in una federazione europea di associazioni proustiane che fa capo all’IMPI (Institut Marcel Proust International), con sede a Illiers-Combray presso il Musée Marcel Proust-Maison de Tante Léonie.
Le iniziative e le attività promosse dall’Associazione — tra cui la pubblicazione della rivista annuale Quaderni Proustiani — hanno ormai raggiunto una vasta notorietà, confermata dalla visita a Napoli, il 16 e 17 giugno del 2010, di una delegazione francese guidata da Mireille Naturel, Secrétaire générale de la Société des Amis de Marcel Proust.
L’Institut Français de Naples (Le Grenoble) e l’Istituto italiano per gli studi filosofici costituiscono le sedi prestigiose nelle quali si svolgono abitualmente gli eventi promossi dall’Associazione proustiana napoletana, che dispone di una sede operativa nel “Giardino di Babuk” (con annessa “Saletta Marcel Proust”) sita nel centro storico cittadino.
Per ulteriori informazioni: www.amicidimarcelproust.it
QUADERNI PROUSTIANI (n. 6)
A cura della redazione dei Quaderni Proustiani
Nel dare inizio al “secondo ciclo” dei Quaderni Proustiani con la pubblicazione del presente sesto numero, caratterizzato dalla decisione di dare alla rivista una costante cadenza annuale (a differenza di quanto accaduto in passato) nonché dalla inclusione di una Sezione in lingua francese, intendiamo portare all’attenzione dei soci e dei lettori alcune riflessioni sulle finalità della iniziativa editoriale e di questo secondo ciclo cui si è fatto cenno.
Si è trattato, come per il passato, di individuare studiosi che avessero come comune denominatore un’elevata conoscenza dell’opera proustiana ma anche amateurs, per lo più giovani, animati da quella passion proust che è spesso alla base di interpretazioni e letture nuove della Recherche, più rispondenti allo spirito del tempo presente e che confermano l’attualità dell’opera proustiana.
Al tempo stesso, pur nella varietà dei differenti angoli visuali, costante è stata l’attenzione a mantenere l’unità e l’organicità della rivista. In questo senso, sebbene non spetti al curatore dare giudizi e apprezzamenti, si può dire che la rinnovata iniziativa abbia ottenuto un sicuro successo; poiché se mirava a stimolare la conoscenza dell’opera di Marcel Proust, che continua a destare un largo e vivo interesse nel mondo degli studi, tale conferma è sopraggiunta con l’afflusso sempre crescente di collaboratori (e speriamo anche di lettori).
Ad ogni modo, l’impegno che l’Associazione Amici di Marcel Proust ha assunto fin dalla sua fondazione (1998) e che inizialmente derivava da una libera determinazione, si è ora tramutato nel dovere, anzi nell’obbligo di rispondere nella misura possibile, non soltanto all’altezza del nome prestigioso che la rivista porta (unica in Italia, e tra le poche in Europa e nel mondo) e delle responsabilità che esso le impone, ma alla fiducia che è stata accordata alla iniziativa. E tale fiducia la rivista cercherà di meritare sempre meglio, accogliendo con animo aperto tutte le osservazioni volte a renderla sempre più degna della sua funzione culturale e innanzitutto del suo specifico scopo, che è di interpretare e diffondere l’opera proustiana, miniera inesauribile di suggestioni e fascinazioni culturali ed umane.