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ANTICO EGITTO La complessa spiritualità degli egiz

Argomento: Religione

di Maria Pace
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Pubblicato il 13/03/2012 06:43:32

 

 

KA, BA… (Spirito, Anima…): lacomplessa religiosità dell’antico popolo egizio.

 

 

Era convinzione di questostraordinario popolo, che l’esistenza umana attraversasse tre momenti, tutti etre fondamentali, misteriosi e complessi:

-       lavita terrena

-       lamorte

-       lavita ultraterrena

Già cinque secoli prima diCristo, lo storico Erodoto scriveva:

“Gli Antichi Egizi erano unpopolo che praticava il Culto dei Morti, ma amava intensamente la vita.”

Sembra una contraddizione,  ma nonlo è!

 

- La Vita terrena,dicevano gli Antichi Egizi, era un dono che gli Dei facevano alla creaturaumana per consentirle di prepararsi alla vita ultraterrena: l’Eternità el’Immortalità.

Questo popolo fu ossessionatodall’idea di Immortalità: per essa, eresse opere colossali come La Sfinge e lePiramidi, innalzò Templi e Santuari che sfidano ancora oggi il Tempo.

 

- La Morte, per il popolonilotico, costituiva un passaggio tra la prima fase e la seconda e nonera vissuta  con l’ossessione dei giorninostri. Poteva essere traumatica, certo, e certamente era rifuggita, ma, alcontempo, accettata con fatalità e pragmatismo.

 

- La vita ultraterrena,ossia la Vita Eterna, desiderata ed agognata da tutti, non era, però,appannaggio dell’intera umanità, poiché bisognava meritarsela. Per comprendereappieno la profondità di questo pensiero filosofico, basta leggere qualcuna diquelle Massime Sapienziali che invitavano a vivere una vita terrenaonesta e operosa e generosa:

“L’uomo litigioso causadisordini.”

“Non essere malvagio: la bontàgenera simpatia.” oppure:

“Onora una vita di lavoro: l’uomoche non ha nulla diviene desideroso dell’altrui proprietà.”

“Agisci rettamente durante il tuosoggiorno terreno.”

E ancora:

“Aiuta le vedove e coloro chesono in lacrime.”

 

Per consentire tutto questo,dicevano gli Antichi Egizi, Dio aveva dotato la creatura umana di una complessanatura e di un certo numero di… per comodità le chiameremo entità,termine da cui esoterici e pseudo-studiosi, hanno sempre attinto a piene maniper le loro bizzarre dottrine, teorie e affermazioni.

Sette. Erano sette, queste entità,ognuna con un compito ben specifico.

- Djet: il corpo, deputatoad operare durante la vita terrena. Viveva fisicamente le esperienze divita, come amare, lavorare, essere la salute o sopportare la malattia,  ecc.

- Ka: chiamato anche“Doppio”. Copia esatta del djet, era fisicamente inconsistente,trasparente ed evanescente; corrispondeva a quello che noi, gente moderna,chiamiamo Spirito o Fantasma.

Era raffigurato con due bracciasollevate verso l’alto ed era quella, fra tutte le entità deldefunto, che aveva il compito di intraprendere il viaggio nell’Oltretomba persottoporsi al Giudizio di Osiride.

- Ba: un po’ difficile,definire questa entità. Di sicuro era qualcosa di speciale, che solo lacreatura umana possedeva e che la differenziava all’animale (senza anima).

Alla sottoscritta piace definirlala parte divina che è in ogni essere umano: l’Anima, che Dio trasfuse all’uomoquando lo creo, soffiandogli attraverso le narici. (concetto ripresosuccessivamente dalla cultura ebraica: basta leggere la Bibbia e la Creazionedell’uomo)

Il Ba è raffigurato comeun uccello (quasi sempre un airone) con testa umana, forse a causa dellapresenza dei numerosi stormi d’uccelli che stazionavano sulle cime dei montidelle necropoli.

- Ib: il cuore, sede dellacoscienza e del carattere di ogni individuo.

 

- Shut: l’Ombra. Copia innegativo del djet, alla morte dell’individuo, l’Ombra si staccava dalcorpo e vagava inquieta nell’attesa del Giudizio di Osiride. Accadeva anche chelo seguisse nell’Aldilà.

 

- Ren: il Nome. Era cosìimportante, questa entità, da negare l’esistenza a chi non lo possedevao non lo possedeva più. Basti pensare al deplorevole uso di cancellare daTempli e Monumenti, il nome di alcuni Faraoni scomodi, come il celeberrimo Akhenaton,al solo scopo di cancellarne la memoria.

- Akh: chiamato anche il Gloriosoo il Luminoso.

 

 

Cosa accadeva ad una personaappena defunta?

Ecco il rituale cui erasottoposta e il mito, a cui il popolo egizio si aggrappava.

Convinto?... Immagino di sì!...Almeno quella parte del popolo tenuto nell’ignoranza!

Subito dopo il decesso, iSacerdoti funerari prelevavano il cadavere e lo trasportavano alla Casadell’Imbalsamazione per prepararlo “fisicamente” all’Immortalità.

Settanta o anche ottanta giorni, duravail processo di conservazione del corpo, ma qui, bisogna fare una distinzionefra Imbalsamazione e Mummificazione.

La seconda era un “processonaturale” di conservazione del corpo e lo si praticò, all’incirca, fino alla IVo V Dinastia (epoca di Giza, Sakkara, ecc). Non occorreva intervenire sulcorpo, poiché bastavano clima secco e temperature elevate.

La prima era, invece, un“processo artificiale”. Il  corpo venivasvuotato degli organi molli (fegato, stomaco, intestino e polmone, i qualivenivano conservati in appositi contenitori, conosciuti con il nome di vasi canopi) e il vuoto era riempitocon paglia, resine, balsami; poiché non si praticava ancora la sutura delleferite,  queste tendevano ad aprirsi.Per ovviare all’inconveniente, il cadavere veniva avvolto in bende tenuteinsieme da una colla, scura e densa. Ancora oggi non se ne conosce bene ilcomposto, che  qualcuno chiamò (inegiziano): mummif (bitume), da cui la parola  mummia.

 

Seguiva una cerimonia funebreofficiata, alla presenza di amici e parenti, da Sacerdoti funerari, tra cui ilsacerdote-sem, riconoscibile (in pitture parietali o papiri) dalla pelledi leopardo sulle spalle e il chery-webb, Sacerdote–lettore,riconoscibile dalla lunga stola bianca adagiata su una spalle.

Prima di calare il sarcofagonella tomba,  si metteva in atto uncomplesso rituale conosciuto come “Il rito dell’apertura dellaBocca”, che avrebbe restituito i sensi al defunto e gli avrebbeconsentito una vita  “normale”..

 

Cosa accadeva, nel frattempo allealtre entità?

Il Ba, l’Anima, uscivadalle narici e con forma di uccello con testa umana, volava sulle montagnedella necropoli. Qui restava in attesa di congiungersi alle altre entità,dopo il Giudizio di Osiride.  

Anche la Shut, separatadal corpo, restava in attesa e in caso di Giudizio sfavorevole, si aggirava dinotte, arrecando ovunque terrore e danno. Qualche volta riusciva a seguire il Kanel suo peregrinare lungo le vie dell’Oltretomba e, se il Giudizio di Osiridefosse stato sfavorevole, non c’era scampo neppure per essa.

-L’Ib, il Cuore, dovevaraggiungere il Tribunale di Osiride per essere giudicato. Messo su uno deipiattelli della Sacra Bilancia di Maat, Dea della Verità e della Giustizia,doveva pesare non più della Sacra Piuma, che la Dea si staccava dal capo eponeva sull’altro piattello.

 

Ma… torniamo al Ka, lo Spirito.Era il solo (a parte il Cuore) fra tutte le entità del defunto, amettersi in viaggio attraverso le oscure ed insidiose vie della Duat,l’Oltretomba egizia. Doveva affrontare creature spaventose come il serpenteApep,(meglio conosciuto con il nome di Apofi), il leone Akhet, il coccodrilloShui e molte altre ancora; doveva percorrere fiumi dalle acque impetuose, laghidi fuoco, montagne di ghiaccio e… (chi più ne ha, più ne metta).

In questa impresa, però, non erané solo né sprovveduto:  Divinitàfunerarie erano pronte ad aiutarlo e, naturalmente, la  Magia... la magia, ancella della Religioneo, più esattamente, sua comprimaria: il defunto, infatti, aveva a suadisposizione He-kau, formule magiche per affrontare pericoli eannientare nemici. Erano, per lo più, scritte su scarabei di pietra turchese;in alcune tombe ne sono stati trovati fino a novanta esemplari.

Giunto alla Sala del Tribunale,lo aspettavano Osiride e la Corte dei Quarantadue Spiriti, ognuno dei qualirappresentava un peccato: invidia, inganno, appropriazione indebita, ecc.)

Formule magiche, naturalmente, loaiutavano a superare le difficoltà… D’altronde, bastava essere innocente dialmeno Sette dei Quarantadue Peccati per scongiurare la fine.

Una fine davvero orrenda, quellariservata ai peccatori: le fauci di Ammit la Bestia, un ibrido con testa diippopotamo, corpo di leone e coda di coccodrillo.

Il Ka che fosse riuscito asuperare il Giudizio, poteva fare due cose (e di solito le faceva entrambe):restare nell’Oltretomba e soggiornare negli Hotep Jaru, il Paradisoegizio, come  Spirito, oppure tornarenella hut-ka, la tomba, dove lo aspettava il corpo imbalsamato e dovepoteva congiungersi alle altre entità e vivere fisicamente inquella dimora.

Era quello, infatti, lo scopodella preservazione del corpo fisico: dare un supporto allo Spirito epermettere al defunto la sua Vita Eterna.

 

E l’Akh, il Luminoso?

All’interno della tomba potevaaccadere uno strano fenomeno: dopo un po’, il corpo di un defunto innocente evirtuoso cominciava ad emanare luce. Meno erano i peccati, più intensa sifaceva la luce: un modo poetico, forse, degli Antichi Egizi, di spiegarsi ilfenomeno dei fuochi fatui.

 


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