Pubblicato il 04/06/2021 19:32:23
30 Giugno 1976: data fatidica in quanto, il giorno seguente, avrebbe avuto inizio, con la prova scritta di italiano, il mio esame di maturità, e di conseguenza l'inizio della libertà dall'oppressione scolastica giornaliera!
La data si rivelò fatidica anche per un altro motivo, unico nella storia della maturità. Una suora, preside di un istituto privato di Vigevano, si fece indurre in tentazione da un sedicente provveditore agli studi ed aprì il plico contenente i titoli dei temi, innescando una fuga di notizie che in fondo rappresentava il sogno di tutti gli studenti: conoscere in anticipo gli argomenti su cui vertevano i temi! La suora ebbe però una crisi di coscienza è rivelò l'inghippo.
Quella sera, al telegiornale, si rincorsero le notizie più disparate: avrebbero rimandato la prova?
Ci furono vorticosi giri di telefonate con i compagni di classe. Che facciamo? Che faranno? L'incertezza regnava sovrana. Qualcuno non fu possibile contattarlo perché i genitori, per preservare la sua tranquillità, avevano staccato telefono e tivù... e sinceramente mi parve eccessivo.
Comunque decidemmo di presentarci a scuola il giorno successivo, ed apprendemmo che l'esame sarebbe iniziato il 2 Luglio con la prova scritta di latino, mentre al ministero avrebbero lavorato alacremente per predisporre altre tracce che carabinieri e poliziotti, che avrebbero sicuramente avuto altro da fare visto che quelli erano “anni di piombo” tra brigate rosse e nere, dovettero consegnare in tutta Italia. Ed il 6 Luglio potemmo finalmente recuperare la prima prova.
Maturità speciale, unica nella storia: ma noi tutti del '57 siamo speciali, unici ed irripetibili!
Ma la suora di Vigevano che fine ha fatto? E l'anonimo falso provveditore? Mah... comunque mi piace pensare ad una versione moderna di Gertrude, la monaca di Monza, e dello scellerato Egidio: lui le chiese i titoli, “e la sventurata rispose”.
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