Pubblicato il 13/11/2018 18:21:28
Processo alla vita
L'accusa chiamò a deporre una lunga lista di storici e studiosi cardiologi e archivisti, biologi e dentisti. In forme diverse tutti dichiararono la vita colpevole di omissione di soccorso, inadatta a salvare il viandante senza mappa o la ginestra che si sporge nell'inverno più tardivo.
La difesa si guardò attorno e si accorse che i suoi teste non erano schierati lì presenti. Li cercò nel palazzo di giustizia ma gli amanti eran stesi fuochi accesi sulla luna e il violinista celebrato era dato per disperso come un fante disertore e la commessa sorridente si era spinta in pieno sole a cercare la corrente incustodita.
L'avvocato strinse gli occhi e proprio in fondo all'aula vuota scorse un vecchio senzatetto che veniva lì a dormire. Non sapendo cosa fare lo chiamò a testimoniare tra le risa contundenti dei presenti laureati.
L'uomo non rispose alle domande non capiva i sotterfugi ma con mani tremolanti fece solo un gesto antico. Approfittando dello scranno si sbucciò il suo mandarino e il profumo tutto intorno fu la sola cosa viva.
Nell'aula scese il gelo e fu subito evidente che le colpe addebitate non toglievano alla vita la sua luce manifesta la sua forza sprigionata.
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