Pubblicato il 01/11/2018 18:35:29
Questo mio componimento, seria riflessione sulla nostra società e sul riflesso che essa ha sulla poesia, nasce in un momento di crisi poetica sulla strada giusta da intraprendere.Il richiamo ai versi iniziali della "Divina Commedia" coglie - nella crisi che il sommo Dante si poneva in un momento non facile per lui e nemmeno per la sua città natale Firenze - un motivo di ulteriori spunti. Ho voluto prendere in giro me stessa in questo mio forse effimero vagabondaggio poetico, fatto di diverse misture e sensazioni, in una società lassa in cui vana è ogni ragionevole azione, dirottata spesso dai social (dissociati dal mondo reale).
Nella selva oscura Sul capo cenere ho asperso... Vago nella selva oscura della coscienza lassa, ove il pensiero imbruna e del sole s'asconde la bellezza pura. Così, solinga, avvolta di paura, priva del mio Poeta prediletto, dell'aspra selva ho colto la bruttura tra il pianto dell’anima negletta. Cielo squassato or è da saette. Ulula il vento, annuncio di tempeste. Volgo accorata prece a colui che tra i poeti eccelle per bravura. *** Libera traduzione in inglese di Franca Colozzo In the dark forest On head I spread ashes... I was in the dark forest of the lax consciousness: the thoughts unclear, of the sun hidden the pure wonder. So, alone, shrouded in fear, deprived of my Poet, of that nasty forest I took the ugliness between the tears of my neglected soul. Heavenly sky now is lightning. Howls the wind, storm is coming. I want to listen heartily him who among poets excels for skills. This composition of mine, a serious reflection on our society and the reflection it has on poetry, comes at a time of poetic crisis on the right path to take. The reference to the opening verses of the "Divine Comedy" captures - in the crisis that the supreme Dante was going through at a time that was not easy for him and not even for his native city Florence - a reason for further ideas. I wanted to fool myself in this perhaps ephemeral poetic wandering of mine, made up of different mixtures and sensations, in a lax society in which every reasonable action is in vain, often hijacked by the social (dissociated from the real world).
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