Pubblicato il 18/10/2018 23:27:20
Ma dove, dove, dove, dove sei tenero giunco che piegava il vento anche quel lumicino adesso è spento buia è la tua finestra nella notte. Mi illudo ancora di vedere un lume che a tratti splende all'ondeggiar dei rami e tra gli ulivi ascolto i tuoi richiami quando sommessa parlavi al cellulare. Ed io riguardo ancora una lattina, un ciocco di capelli anche accarezzo e questa penna che non ha più prezzo l'inchiostro ha secco come un vecchio pozzo. E non cerco il ricambio, più non serve, quello che ho scritto tutto l'hai distrutto il mandorlo è fiorito e non da frutto i petali disperde tra i muretti. Quello che avevo in cuore te l'ho dato non so cosa di più potevo darti forse non ho saputo a fondo amarti spesso l'amore è avaro nel mostrarsi. Vorrei fermare il tempo, ma impietoso batte nel campanile l'orologio, il cuor risponde con un tocco mogio sfinito affronto l'ultima salita.
Salvatore Armando Santoro (Boccheggiano 18.2.2018 – 19,46)
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