Pubblicato il 17/03/2021 11:54:41
IL SOGNO E IL RICORDO
Diodata stamattina si reca al laghetto della villa con in mano un libro. Raggiunge l’isolotto che affiora dalle acque e si immerge nel ricordo. Ama il Meleto il locus amoenus in cui ha trascorso gli anni più belli. Sta per reinterpretare la parte che ha suggellato l’incontro con l’amore della sua vita e gli ospiti della villa applaudiranno alla bella coppia che con questa rappresentazione ha voluto rendere ufficiale la propria unione e raccogliere denaro a scopi benefici. A Diodata è sempre piaciuto il teatro ed è l’occasione propizia per aderirvi col massimo entusiasmo. Il paggio Fernando-Fausto sta per giungere a cavallo e la magnifica Jolanda-Diodata, avvolta nell’abito bianco trapunto di rose turchine, gli lancerà oltre lo stagno la chiave del padiglione. Entrambi sono giovani. A entrambi la vita si prospetta densa di promesse. -O sogni d’altri tempi, o tanto buoni Sogni d’ingenuità e di candore. Guido ha diciotto anni. L’unica vera ispiratrice della sua poesia è la madre. È stata lei a mostrargli i libri di teatro della sua fornita biblioteca. E lui ama, anche se con ironico distacco, ciò che Diodata gli ha fatto amare: i salotti ottocenteschi con gli arredi, la compagna di collegio della nonna, il pianoforte, il gusto per la recita. Con affetto tenero e filiale Guido dedica alla madre il componimento intitolato alla Primavera. A lei, infelice per l’incolmabile perdita, può essere di conforto quell’omaggio che risveglia il sogno e il ricordo. Per Diodata la primavera non tornerà, non tornerà più l’amore, ma quel sogno antico potrà rinnovellarsi. Ed egli gioirà per aver reso alla madre l'atmosfera e il tempo felice.
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