E penso, penso a quelle notti andate
quando picchiava forte la calura
io mi svegliavo grondante di sudore
guardavo il cielo in tutto il suo splendore.
Restavo fuor dal casolare antico
seduto sopra una cuccetta bianca
e volteggiava a tratti una civetta
che al cuor mi dava trepida una stretta.
Ascoltavo i grilli canterini
affacciati alle tane tra le zolle
rosse, come quel sangue circolante
in questo corpo adesso tremolante.
E quel tremore antico ancor riprovo
mentre ripenso a un noce ormai tagliato
rivedo ancora un albero di fico
che più non gusterò e dio maledico.
Per quei tratturi antichi ancor mi perdo
anima stanca senza più ristoro
sotto un cielo di stelle m'addormento
e in cuore abbraccio forte il mio Salento.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 8.9.2018 – 13,03)
La foto è di Tommaso Duggento (g.c.)