Le vecchie botteghe d'un tempo
con la padrona in grembiule
che affettava un pezzo di pane
la pasta da sola incartava;
con il marito che allora affettava
salumi con un lungo coltello
che su una pietra affilava,
la mortadella tagliava.
Oh, sì, le vecchie botteghe
con la padrona che sapeva di tutto
che i propri clienti istruiva
come toglier le macchie di strutto,
come poi appendere i capi,
come tingere quelli usurati
perché la mamma non buttava via nulla
calzini e vestiti cuciva, aggiustava.
Oh, sì, le vecchie famiglie d'un tempo
con la nonna ed il nonno tremante
con la loro esperienza ascoltata,
non serviva né aiuto o badante.
Il vecchio borgo d'un tempo
dove uscivi e sentivi: “Buongiorno”
dove ancora ascoltavi dei galli
ed il canto a tutte le ore.
Le vecchie stradine d'un tempo
coi bimbi distesi a giocare
non c'era ancora il pensiero
d'un auto che potesse passare.
E sentivi il muggir delle mucche
l'odore pesante di stalla
ma anche il profumo dei prati
in modo decente allor concimati.
E la famiglia era più unita,
solidale ad ogni bisogno,
ora è arrivato il progresso,
si è soli, ed io lo chiamo regresso.
Salvatore Armando Santoro
(Donnas 23.5.2016 – 10,21)