A oriente nulla di nuovo,
scruto nel cielo una scia luminosa che non arriva;
la mia speranza è tutta lì.
Credo nei messaggi che i mass media diffondono:
spero almeno che si avverino.
Nel mio cuore una speranza
lanciata attraverso gli spazi infiniti,
affidati ad una stella cadente che non si vede.
Ho espresso già il mio desiderio ed è quasi l'una,
ma nessuna cometa
traccia nel cielo quella scia di speranza
alla quale ho affidato un amore impossibile.
Sento quasi l'eco di una mitraglia
che sfiora i sogni della gente
assonnati sulla conca di Pila.
Tutti sperano che i loro sogni si avverino.
I soldi servono, si, ma che m'importa
se all'improvviso i Gardini
scoprono di essere poveri?
Forse la mia pensione basta anche per altri,
che vivono sotto i ponti e dormono,
mentre io aspetto le stelle cadere.
Anch'essi hanno in cuore la pace:
sognano spezzatino e polenta.
Ed io penso a quelli di Bosnia
che rischian la pelle per una scodella di acqua.
Che strano mondo è codesto,
che già m'ha donato dieci lustri e cinque anni,
una guerra vissuta e tante altre godute in TV,
che se non arriva corrente non servirà più.
Salvatore Armando Santoro
(Aosta - 11 Agosto 1993 - 01,20)