Regalò la rosa,
il primo bocciolo che s'allargava ad un sorriso
facendo intravedere le labbra rosse sotto l'ombretto verde:
il sole accarezzò lo stelo
e la brina s'allargò come in un pianto
ed irrorò le foglie e dopo le radici.
Anche il mio amore
si sviluppò tra pietre bianche e terra porporina
disegnò un quadro dai colori sbiaditi
e l'alba si confuse con le gocce di rugiada,
col guazzo dei pilacci di tufo cenerini.
Stentò la rosa
le radici affondò tra la falesia,
colse i pochi sali disciolti
al vento e alle bufere resistette
il rosso, al rosso della terra si confuse.
Anche il mio amore
affondò nell'ozio dell'inganno
poca linfa raccolse, sofferenza assorbì,
si sciolse nell'affanno d'un rancore strano,
di un sentimento che mai sbocciò in amore.
Ora ondeggia
altalena rimpianto ed afflizione,
vanamente ricerca un aborto d'amore
spento tra pietre bianche
e rossa terra secca e polverosa.
Quello che dissi
lei non lo raccolse,
diede il poco che aveva: il suo sorriso
perso dietro due labbra porporine
confuse ad un bocciol che non si schiuse.
Salvatore Armando Santoro
(Alessano 5.10.2013 - 2,05)