Come un suono che ti raggiunga da dietro
che venga da oltre le spalle
Cioè
tu vedi che la sorgente di quel suono
ti sta di fronte
ma per colpa del vento
di dedalo di strade
per il rimbalzo dell’eco
per come lui vola
esso suono non è dove dovrebbe
e ti stupisce
Così li dovremo colpire
con stupore e altrove
Apparire cóm’impotènti batteri
battuti per sfibranti cataplasmi d’ore
ma che s’incistano
astuti
in un quàlchedóve proprio invisibile
e ridenti pugnalano alle spalle
Non cercheremo perciò oltre
di convincere d’errore il gretto subumano
smuoverlo dal gioco delle tre schede
verso una vita che ne vàlganóme
sentimento
lui che brama un sorriso da chi lo svena
dal TV plàsmapiàtto sèmpr’accéso
sul suo universo di demenza
che prostituisce mente e cuore
di generazione in generazione
al buònoscónto sovr’al proprio debito
Non ne cercheremo il consenso
l’ebete plauso
nel vuoto d’un’urna
a loro immagine e somiglianza
perché vuota quale specchio alle menti loro
Noi faremo
nel chiaro del cuore d’un bosco
e nelle cantine sudorose di musiche
nell’abbraccio a un vecchio ontano
e nello sputo pesante su quel conio
che piega i ginocchi
asservendo le menti
nel grumo di case riprese al nulla
riassegnate alla vita
E fedeli a un sentire di Natura
non ci muoveremo quindi
in un inverno prossimo o venturo
perché manca contro questo nemico
un “palazzo d’inverno” da conquistare
ennesimo miraggio a babbioni
sola ci s’erge contro impeccabile idiozia
che nutre i democratici lenoni di regime
Noi attenderemo
nella peggiore delle ipotesi
fino al cambio di colore del grappolo
noi attenderemo
le città siano lasciate al nemico
frutto a marcire
a cadere dal ramo
(tratta dalla raccolta "Achtung Banditen - Poesie per le Nuove Resistenze"
autopubblicata a Lendinara (RO) tramite Youcanprint)
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