Pubblicato il 08/04/2020 15:05:56
VERSO L’ALTO
Da giorni si sente presa da una inspiegabile inquietudine. Avverte il desiderio di scrivere qualcosa. Qualcosa di elevato, non di quotidianità spiccia. Qualcosa che possa rilanciare la fiammata del fervore verso l’alto, rinnovando e rafforzando una coscienza che sta percependo sopita. È l’inizio della Settimana Santa e l’evento più importante del Cristianesimo si approssima con tutta la sua urgenza che chiama. Si ricorda di aver partecipato, anni addietro, a una Via Crucis, presso il Colosseo, per la quale il poeta Mario Luzi ha scritto un libretto intitolato La Passione. Un’opera mirabile, un misto tra poesia e versificazione teatrale, che si presta per la recita e la rappresentazione. L’autore vi fa avvertire l’umanità di Gesù sofferente sulla croce e, allo stesso tempo, la Sua assoluta certezza di ricongiungimento con il Padre. Dal testo emerge un’idea di charitas tanto straordinaria quanto difficile da perseguire. Così recita il Coro nella Preghiera finale: “L’offesa del mondo è stata immane. Infinitamente più grande è stato il Tuo amore Noi con amore ti chiediamo amore”. Lei si appresta a riflettere su quell' autore così onesto, personalissimo, assolutamente interessato all’interiorità dell’uomo in tutte le sue opposizioni e sfaccettature. Pensa che la poesia di Luzi si sia evoluta nel teatro con naturalezza : egli ha potuto far parlare tutti i personaggi, che si sono affacciati alla sua coscienza e, attraverso di essi, ha incardinato l’universalità del conflitto tra bene e male, con inevitabile riferimento al male come elemento purificatore, preludio di rinascita, di Resurrezione. Le è venuto spontaneo operare un confronto con Pirandello. Anche quest’autore ha esordito con la poesia che poi ha abbandonato per il teatro. Ma per stessa ammissione del drammaturgo, l' arte e la vita dello stesso sono state piene di amara compassione per l’uomo che si inganna, irriso dallo stesso destino. In una lettera autobiografica Pirandello sostiene che chi ha capito il giuoco delle parti smette di ingannarsi, ma chi non riesce più ad ingannarsi non può più prendere né gusto né piacere alla vita. È un pensiero terribile nel quale si riflette la più grande condanna per l’uomo, come sostiene anche Teilhard de Chardin. Luzi è andato oltre questa visione nichilista: con la fede si è riproposto di fare scoprire al mondo il significato più profondo della vita attraverso la Parola di Dio riverberata nella propria. Lei si chiede come mai Pirandello, così colto e sensibile, anche se inquieto, non sia stato illuminato dalla voce divina. Ma poi si ricorda di quel bellissimo racconto, intitolato Sogno, nella cui chiusa si legge: -Anche per costoro io son morto… Andammo così, fermandoci di tanto in tanto, per un lungo tratto, finché Gesù innanzi a una chiesa, rivolto a me che ero la sua ombra per terra, non mi disse: -Alzati, e accoglimi in te. Voglio entrare in questa chiesa e vedere.
Dio, infatti, parla a tutti: sta a ognuno di noi scegliere.
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