Pubblicato il 14/03/2018 21:49:51
Come eran fresche le more nel paniere, le più mature con pazienza ho colto al sole, in alto rosse e risplendenti, di rosso coloravano il suo volto. Ingordo, di quel ben mi son saziato ma una spina nel dito anche mi è entrata, degli anni che già avevo ero cosciente, - “ non badarci”, diceva innamorata, Cristo per noi è morto sulla croce e come lui stiamo donando amore cogli l'affetto che col cuor ti dono non avere vergogna e né timore” -. Scambiai l'autunno con la primavera mi ritrovai nel fiore dei miei anni m'illusi come un bimbo sprovveduto felice di indossare i vecchi panni. Ma il gelo dell'inverno m'ha svegliato non era poi quel candido angioletto che da devota in chiesa Dio pregava, non solo entrava e usciva dal mio letto ma sulla rete camuffata e spinta immonda le sue grazie regalava e come una mondana navigata alle sue voglie il maschio ognor piegava. Ogni tanto ancora oggi la penso ma qualche amico già s'è confessato dice d'esser fedel ma poi tradisce e tutti quanti ha sempre incorniciato. Adesso ho ritrovato quel che ho perso: il senno, era rimasto appeso al rovo, ci rido, a volte, ma è un riso amaro perché un po' d'affanno ancora provo. Savatore Armando Santoro
(Donnas 15.3.2017 - 21,09)
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