Pubblicato il 06/07/2010 14:41:12
Ne più mi occorrono, quei tristi mattini d'inverno, aridi di vita, gravidi d'attesa, silenzio di siepi e d' alberi mesti, galaverna di fragili petali, ciglia odorose e fragranti, che un tempo ebbero, la loro più grande occasione.
Dove tutto non capita, ma è Progetto, tutto cogliesti, del tuo tempo migliore, coi tuoi capelli pampini, colore già di vino, groviglio imperscrutabile, di vita rigogliosa, che mai ti chiese scusa.
Con quei tuoi occhi impervi, di chi non sa aspettare, il tempo di quel frutto, acerbo, ma non troppo, tu rapida fuggisti, sugli anni tuoi a cavallo, indietro mai guardasti, la fretta rincorresti.
Ma non volea pensare che il corpo a lei sfioriva, guardava e non vedeva, il Fiume suo che andava, ed arso alla sua foce, il Tempo suo attendeva, le membra fatte vetro, a infrangersi portava.
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