Pubblicato il 12/11/2019 13:22:14
OLTRE IL COLERA
Lui l’amava. Di un amore grande e puro, denso più d’affetto che di passione, più aperto alle emozioni che al possesso. Lei era incantevole. Per l’armonia dei lineamenti, l’intensità dello sguardo, l’eleganza dei gesti. E soprattutto per l’incuranza di sé. Figlia minore di Leonardo Avogli, la contessina Alessandra dalle belle mani, le chiome lunghe, inanellate e bionde. Lui, Gabriele, discendente dalla famiglia dei Cybo, finito in quella terra per volere del destino. Per incontrare la bella Alessandra . In quella terra stretta ancora in mani pontificie, immobili amministrazioni legatizie. In quella piccola terra, assegnata nel Medioevo a un gruppo di profughi Lombardi, amata da Francesco d’Este, risparmiata nel ‘600 dalla terribile pestilenza, forse per caso o per volontà divina. Gabriele è alto e vigoroso. Adora le lunghe cavalcate tra le brume della pianura acquitrinosa. E gli studi. Oltre a Voltaire e Rousseau, legge testi di agronomia a partire dal “De Agricoltura” di Catone e i libri di Vittorio Crud. Vuole applicare nella tenuta dei Cybo le tecniche apprese dal barone ginevrino che ha soggiornato in un palazzo del centro. Pensa a nuovi innesti e a sistemi più efficaci di canalizzazione. L’amore per Alessandra non gli sottrae l’interesse per la campagna e coltiva sogni di progresso. Ma nella terricciola, che fu degli Estensi, si diffonde nel 1855 quello che nei documenti d’archivio viene chiamato il morbo asiatico. In maggio si verifica un caso di morte sospetta: la vittima è Maria Bolognesi. Seguono altri decessi. Le autorità tacciono per non destare allarme, ma la Chiesa Arcipretale si appella ai Santi protettori: le loro immagini vengono esposte al pubblico. Quando un caseggiato, di proprietà del conte Avogli, viene adibito a Lazzaretto e Alessandra si prodiga per aiutare i moribondi, Gabriele pensa di impazzire. Come può la bella giovane esporsi a tanto pericolo? Le invia un messo per consegnarle una richiesta d’appuntamento presso il Torrioncino. Deve parlarle. - Come potete pensare di occuparvi di quegli sventurati? - Maria Bolognesi è stata la mia balia e poi sono certa che non subirò il contagio. Una mia cugina, di ritorno dall’India, mi ha assicurato che laggiù coloro che assistevano agli appestati o agli ammalati di colera rimanevano stranamente indenni quasi venissero protetti da una invisibile mano divina. - Non fatevi troppe illusioni: non sapete il rischio che correte. - Io mi rivolgo alla volontà di Nostro Signore, che è buono e misericordioso. - Vi scongiuro! Senza di voi, senza il pensiero di voi, non potrei vivere! Se non potessi più godere della gioia di sapervi su questa terra, a nulla varrebbe che la mia vita venisse risparmiata. Io sarei annientato e non servirei più a nessuno. Non potrei più dedicarmi al bene della nostra comunità. Vi ho parlato, vero, dei miei studi con i quali intendo… - E allora abbiate fede, Gabriele! - Ah, se solo potessi fare qualcosa! – mormora il giovane scuotendo la testa. -Sì che potete fare qualcosa!- gli occhi di Alessandra brillano davanti alle pietre della Torre. - Che cosa?- chiede Gabriele smarrito. -Unitevi a me in processione – -Volete dire…- -Sì, domani tutta la popolazione si raccoglierà alla Celletta, nei pressi del cimitero. I devoti porteranno in spalla la statua della Beata Vergine della Consolazione fino alla chiesa arcipretale. Voi potreste aprire la fila… Chiederemo con forza la grazia. Gabriele è interdetto. Dentro gli si agita lo spirito dell’Illuminismo. Voltaire. Voltaire. Eppure sente la presa. Ha l’impressione, per il momento assai impercettibile, di dover traghettare. Lo sguardo di Alessandra manda lampi. Lei, l’incantevole creatura, incurante di sé, assolutamente convinta che la forza risieda nella Fede. Lui abbassa il capo, mormora. Ci deve pensare. Ci penserà tutta la notte. Poi le dirà.
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