Pubblicato il 19/01/2018 04:23:28
Certe volte la morte ti è compagna, bussa forte alla porta del tuo cuore preme il batacchio e fa tanto rumore e quel fragore dentro te ristagna. La cerchi, in giro annusi come cagna, speri che l'aldilà sia poi migliore col gesso ti trasformi in professore e il testamento fai sulla lavagna. Andar vorresti via dalla gentaccia, ma restando anche in pace con te stesso, che il tuo sparir non sia ad altrui minaccia rifuggendo il ricatto e il compromesso, del male fatto cancellare traccia dormir sereno all'ombra d'un cipresso. Si sa la vita non è come il giorno si nasce e poi si va senza ritorno. Si rassomiglia solamente in parte in fondo è come il gioco delle carte spesso si perde a volte anche si vince vi sono pecore ma vi è anche la lince ci son sirene con l'arpa e le cetre ma ci son tante strade con le pietre ci sono giorni di sole e di tempesta, ci son mesi di lutto e anche di festa. Qualcuno prova a seminar la pace ma c'è chi pianta guerra ed è mendace. E allora pensi che via da tanta erbaccia capra e cavoli salvi e pur la faccia. Salvatore Armando Santoro (Donnas 16.2.2017 - 16,16)
- Sonetto ritorn ellato
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