Terre d’acqua
D’oro e di luce ti bagnerei lo sguardo,
improvvida luce del nostro primo
sentire, terra madre sbocciata dai polsi
di un piccolo nulla che in sé appalesa
tutti gli eventi.
Nuda, gloriosa, vortica l’acqua
delle nostre radici sull’orlo vivo
del tempo se al collo indossa
la vivacità di una corte di foglie
e di uccelli
dall’acqua raccolgo il mio volto
sfiorando l’asfalto, sfida i limiti
dell’emotività l’imperativo
a svettare e chissà cosa si cela al di là,
cosa riluce nel grumo violetto
di piume e cementi, quale solitudine
accesa alle palpebre chiuse.
II
Il resto è pace, un senso, un’idea
nel fondo intatto d’isole bastanti
a se stesse.
Il resto è quiete guizzata in gola
da una fulgida luna di rotondi silenzi
prima che nel dispendio di sé
l’acqua per una via ai più segreta
- dal granato del sangue al rosso
rubino della carne - sia solo
una febbre di nebbie, di un dire
già detto il lieve rimpianto
o quel sostare felice, se siamo
già altro, nel fitto cangiante
di verdissimo verde, stupefatto
presente che ci allinda
e c’illanguidisce.
Dalla mia raccolta " Terre d'acqua " Fara Editore 2017
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