Muoiono le mie parole,
agonizzano i miei versi,
ché i cantori agli angoli son messi,
la loro voce geme inascoltata
e l'Arno è in secca
più non esonda,
gli escrementi trattiene.
Oh, quanti falsi profeti s'appressano al Natale,
squallide processioni di ipocriti fedeli,
acqua santa sprecata e ceri spenti,
austerità per parsimonia ogni dì contrabbandata,
langue il forziere di Cesare
che il misero alimenta
con sudore e fatica.
Col mio silenzio si spegne anche la voce,
ed anche la ragione tace,
inascoltato vate che il Divino alimenta
di versi che nessuno più legge.
Satana i paramenti regge
d'un potere distorto che il compromesso alimenta.
Ogni differenza è morta,
il lecito e l'illecito firmano l'armistizio.
L'immorale trionfa.
E sul quadrato giace sconfitto ai punti
il cantore stordito
che il gancio non parò,
neppure giudizio produsse l'ultimo verso
che traballando scrisse.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 23.12.2017 – 13,04)
Il dipinto è di Pablo Picasso
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