Le nostre poveri madri,
con le mani incrociate sul petto,
avvolte in un abito nero,
mute se ne stanno al buio,
al freddo,
dove i lumini non danno luce,
non scaldano.
Le nostre poveri madri,
che hanno sofferto per noi,
che hanno sussultato ai nostri teneri pianti,
che si sono svegliate nella notte a darci il loro latte,
a cambiarci i pannolini e lavarci.
Queste madri vituperate,
insultate,
che ci opprimo con i loro consigli,
che vorrebbero darci il miele del mondo
mentre noi scalpitiamo,
queste povere madri
ci tolgono la libertà,
ci sottraggono l’aria,
ci impediscono di volare.
Queste madri assillanti,
che vedono il bene ed il male,
che guidano,
incitano,
parlano spesso a sproposito,
non capiscono che siamo diversi,
che vogliamo sbagliare,
che vogliamo provare,
che vogliamo crescere da soli.
E poi il silenzio,
un lumino che accompagna le nostre giornate,
ed il nostro urlo di dolore,
i nostri richiami inutili davanti ad una foto e dei fiori:
“Mamma, perché non mi aiuti?
Perché mi abbandoni”?
Le nostre lacrime non lavano ormai
le ansie del nostro cuore!
Salvatore Armando Santoro
(Donnas 12.3.2011 – 9,38)
Nella mia foto: Madre con figlio. Statua in terracotta a San Galgano (Siena)
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