Pubblicato il 17/06/2010 14:32:09
Mani eburnee d’antica fattura, ricordan le gesta di ladri di gloria.
Sorrido a costei, di lignea armatura, che brucia imponente mostrando la chioma.
L’ anima parla, silente è lo sguardo, oltre non fa che intraveder l’averno.
Adesso son stanco di canti mendaci, com’esili fili di ragni in agguato.
Apocrifi scritti i temi d’amore, suadenti parole d’un mondo perduto.
Ceduto a buon prezzo in cambio di niente, effimera gioia di calde carezze.
Soltanto rimpianti per l’essermi dato, a chi con disprezzo m’aveva venduto.
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