Una lacrima,
una semplice emozione
che sale su dal cuore
mentre leggo un ultima poesia
che alimenta più forte la tensione
e mi sprofonda nella delusione.
Eppur piango per te!
Per te che mi chiedevi: ”Perché piangi?”
quando la notte poi andavi via.
Mi rivestivo con grande tristezza,
e poi s'andava via in tutta fretta
accarezzati da una lieve brezza.
E ripetevo sempre la scenetta,
che m'alzava il martirio dentro il petto
ma era un dramma che, invece, m'investiva
mentre io ti guardavo sorridente,
e mi abbracciavi e mi tenevi stretto.
Io ti dicevo: “Non ci fare caso,
sola è emozione, non è proprio niente”.
Ora che gli anni mi pesano davvero,
ma è la vita che m'opprime il cuore,
mi chiedo a cosa serve,
a chi è servito,
d'avere allora accettato quel tuo invito.
Goditi queste ore ripetevi,
l'avevi capito quanto io t'amassi
tanto amore faceva a te paura
perché nel cuore tuo l'amor s'accende
ma poi si spegne perché poco dura.
Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 14.11.2017 – 22,17)
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