:: Pagina iniziale | Autenticati | Registrati | Tutti gli autori | Biografie | Ricerca | Altri siti ::  :: Chi siamo | Contatti ::
:: Poesia | Aforismi | Prosa/Narrativa | Pensieri | Articoli | Saggi | Eventi | Autori proposti | 4 mani  ::
:: Poesia della settimana | Recensioni | Interviste | Libri liberi [eBook] | I libri vagabondi [book crossing] ::  :: Commenti dei lettori ::
 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. (da "Il tempo ritrovato" - Marcel Proust)

Sei nella sezione Recensioni
gli ultimi 15 titoli pubblicati in questa sezione
Pagina aperta 2096 volte, esclusa la tua visita
Ultima visita il Fri Jul 5 02:17:00 UTC+0200 2024
Moderatore »
se ti autentichi puoi inserire un segnalibro in questa pagina

La carne quando è sola

Poesia

Vera Lùcia de Oliveira
Società Editrice Fiorentina

Recensione di Paolo Polvani
[ biografia | pagina personale | scrivi all'autore ]


[ Raccogli tutte le recensioni scritte dall'autore in una sola pagina ]

« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »




Pubblicato il 01/07/2011 12:00:00

La carne quando è sola è il titolo dell'ultima raccolta di poesie di Vera Lucia de Oliveira, pubblicata dalla Società Editrice Fiorentina, e vincitrice del premio internazionale di poesia Pietro Alinari.
Di questo libro ha scritto Davide Rondoni sul Sole 24 ore: - Un calvario tra mormorio e grido, pudore e durezza, un'inchiesta sul morire di una persona cara. Qui, scrive il bravo studioso e poeta Alessandro Polcri, si sente “il grado zero della speranza”.
Paolo Valesio scrive nella premessa al libro: - La de Oliveira osa scrivere un canzoniere d'amore, anche se di tipo particolare, un amore coniugato con la malattia e la sofferenza, connesso ai due poli della nascita e della vecchiaia, e che si esprime a volte attraverso una soggettività maschile -.
Nel presentare i versi, Alessio Brandolini scrive: - E' una storia in versi, un flusso intensissimo di grumi narrativi che tracciano un mondo particolare, con i suoi luoghi e personaggi, convinzioni e speranze. A parlare sono i tanti protagonisti di queste vicende, con le loro paure e manie, uomini e donne, anziani e malati. Non si sa di che parte del pianeta, in che tempo storico. -

L'intera raccolta muove da una domanda: cosa si sa del dolore ?
E ogni singola voce ne individua una personale declinazione, ne illumina una sfaccettatura, la pone dalla sua ristretta angolazione.
Ne deriva una coralità drammatica, una moltitudine di piccole voci ognuna impigliata dentro una privata sofferenza.
La poesia sottolinea l'umanità di queste voci, la comune appartenenza, l'identico mondo all'interno del quale ci muoviamo, quella che spinge a dire:

quanto era bello il mare azzurro d'estate il vento
fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole
poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire
come se si fossero pentite della loro felicità

Si rinnova l'accorata delusione che sorge dalla constatazione del dolore, la necessità di affrontare il mondo armati di corazza, la paura scoperta da bambini che non ci abbandona crescendo:

ma l'anima aveva paura di tutto e tutto era
pronto a ferirla.

Sorgente di dolore si scopre anche l'amore: - perché Dio me l'avrà messo nel cuore ? -
Il dolore dei vecchi: il dolore di non poter
più essere amati...
e quello dell'attesa: aveva atteso per ore
il telefono non aveva suonato...

Come scrive Vincenzo Guarracino a proposito di una precedente raccolta: - Ci troviamo di fronte a una concezione molto personale del valore catartico e salvifico del linguaggio, di un linguaggio proteso sull'abisso e tutto fatto di parole minuscole, di dimessa quotidianità e devozione al male luminoso della vita, al deposito buio capace di tramutarsi in flusso di canto. -


il poeta Sandro Penna
girava per le strade alla ricerca di Dio
annusava ogni cosa guardava
era capace di vedere quello
che gli altri non vedevano
che colpa ha avuto alla fine
se Dio aveva deciso di nascondersi
nei corpi di quei poveretti infelici
quell'Ernesto ebreo mandato
a morire ad Auschwitz ?


« indietro | stampa | invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi | Commenta » | commenta con il testo a fronte »