Sono quello che ho intorno
non chiamarmi poeta
sono quello che c'è stato, c'è e ci sarà
non chiamarmi musico o altro.
Se vado così spesso alle rive di un lago
è perchè lì sono l' aria che ci scivola sopra
l' acqua calma e profonda.
Sono la funicolare che sale a Brunate
e all' arrivo non so che anno è
nè quanti ne ho
sono il bimbo sperduto, in fuga,
col motorino nero troppo grande.
Sono quello con l' arco e le frecce, a caccia di ragni,
che, attenta!, qui ce ne sono molti.
Sono il ragazzo che guarda le nuvole dall' alto..
le mani sporche di grasso di catena.
Sono un suono di armonica e fili d'erba tra i narcisi.
Intanto c'è mamma che prepara il pic-nic,
e sorride.
Non mi manca nulla lì
ci sono tutti
tutto quello che ho avuto, che ho, e che verrà.
Oh, lo so che la sera si torna a casa
ma io lì lo scrivo, tra i narcisi.
Lo scrivessi a casa, la sera,
fingerei quel sorriso di mamma,
fingerei di non avere mancanze.
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