Un giorno nella savana, ad una leonessa nacque un cucciolo molto strano, dal pelo grigio e dalla coda rosea fatta a porcellino.
Il cucciolo crebbe sotto la guida agile e dolce della la madre , la quale gli insegnava tutte le astuzie da usare nella savana, per cacciare le gazzelle, le antilopi ed i karibù.Il piccolo Leo preoccupava molto la genitrice, perchè invece di emettere potenti ruggiti, in modo da spaventare gli altri animali, miagolava e piangeva per un nonnulla.
La madre ne parlò con le amiche leonesse, all'ombra di un baobab, in una sera africana, in cui l'aria era calda e piena di mistero e la capo-branco le rispose di acquietarsi, Leo stava solo attraversando una fase particolarmente delicata della sua crescita, tutto si sarebbe risolto con il tempo.
Il leoncino però deludeva la leonessa, in quanto un giorno incontrò una gazzella, giovane e graziosa ed invece di cacciarla, le fissò un appuntamento amoroso.
La genitrice consultò il capo-branco nuovamente e la femmina più anziana sparse allora in giro la voce che Leo doveva essere allontanato dalla grande famiglia dei leoni, se non avesse cambiato atteggiamento!
Leo lo venne a sapere nel volgere di un attimo, da un amico di giochi e ci rimase male un bel po', promettendo alla madre che avrebbe frequentato Lella la gazzella solo come amica.
Ebbene bambini sul far della sera africana, ancora oggi, potetee scorgere due ombre che procedono insieme, si differenziano per dimensioni e lucentezza, Leo il micione e Lella la gazzella.
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