Pubblicato il 02/09/2017 20:07:20
Lode al larice rosso
Salendo sul pendio sassoso lungo la lingua franosa delle Dolomiti, vi vedo arrancare e restare piantati alla terra senza indietreggiare o lagnarvi come eroi temprati dal silenzio di un dolore inespugnabile.
Non fate tante storie quando vi opponete allo scivolamento delle masse nevose, incassate, chinate il capo, morsicate il sole, vi spogliate infine indossando incendi dorati sui rami pensosi.
Vi amo molto, perché non ostentate la vostra fatica di linfa, perché portate i vostri colori sull’aspro crinale sassoso, perché tollerate i rigori più estremi e sapete piangere resina densa, perché resistete sotto il peso prussiano delle bufere, inarcando esili fusti sopra il valico alpino.
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